Come il titolo stesso annuncia, il romanzo centrale del "Ciclo dei moschettieri" si svolge 20 anni dopo il primo. Un po' di cose sono cambiate: il cardinale Richelieu è morto, lasciando il posto al poco amato Mazarino. Dei moschettieri, uno solo è rimasto tale, d'Artagnan. Gli altri tre si sono ritirati chi a vita "campestre" (Athos e Portos), chi a vita ecclesiastica (Aramis).
Benchè il tracciato sia lo stesso de "I tre moschettieri" -con intrighi, duelli, personaggi misteriosi e lunghi viaggi a cavallo- la storia porta gli ex moschettieri a dividersi in favore o in contrario della Fronda. All'interno del romanzo si trovano più "racconti nel racconto". Di sicuro il più divertente è quello che riguarda il duca di Beaufort, rinchiuso nella torre di Vincennes da Mazarino e maestro nella presa in giro di quest'ultimo. Quello avvincente è sicuramente il racconto riguardante lo spostamento dei moschettieri -divisi in coppie- verso l'Inghilterra divisa fra Cromwell e Carlo I, nel quale si insinua, non senza motivazioni, il personaggio di Mordaunt (per chi intendesse leggere il libro, non intendo svelare chi egli sia, anche se appare abbastanza chiaro fin dalle sue prime apparizioni ).
Fa la sua comparsa anche il Visconte di Bragelonne, che avrà una parte più corposa nel terzo romanzo (che non a caso posta il suo nome), ma che in questo racconto centrale ha sicuramente una rilevanza nella vita del taciturno moschettiere Athos.
Ottima come sempre la capacità di Dumas di accordare la finzione con la realtà sia nelle tematiche che riguardo a personaggi realmente esistiti e di sua totale invenzione. Il romanzo scorre velocemente, benchè non sia affatto breve.
Devo ammettere che ero un po' prevenuto, come spesso mi capita di essere sui sequel. In realtà questo romanzo mi è piaciuto quanto il primo, se non forse di più. Ho trovato i moschettieri cambiati in maniera "intelligente": Dumas, nell'invecchiarli, non li ha imbruttiti o banalizzati, ma li ha sviluppati smussando le loro caratteristiche giovanili, senza quindi sconvolgerli.
Vent'anni dopo, A. Dumas
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Re: Vent'anni dopo, A. Dumas
già finito?
..."E’ stata la nuova manifestazione di una malattia autoimmunitaria, generata dal nostro stesso organismo culturalmente pigro, che sempre preferisce affidarsi al “salvatore” e all’ “imbonitore” anziché cercare di salvarsi da solo, uno per uno, e poi insieme, nella faticosa e spesso ingrata diligenza del quotidiano."... (V. Zucconi)
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Re: Vent'anni dopo, A. Dumas
Guarda che questo è il secondo, leggi bene le recensioni (dell'altro mi mancano 400 pagine circa )
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Re: Vent'anni dopo, A. Dumas
Che bello Lizzy che questi libri siano ancora scelti.
Ho letto tardi Il visconte di Bragelonne che devo aver serbato da qualche parte.
Ad ogni buon conto, il mio docente di Lett. all'Università li teneva in gran conto, come pure la saga de "Il corsaro nero".
Da allora ho imparato che anche questa cosiddetta letteratura minore, che ci fa sorridere, ha il suo spessore.
Buona domenica!
Ho letto tardi Il visconte di Bragelonne che devo aver serbato da qualche parte.
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Buona domenica!