"L'isola dell'angelo caduto" - Carlo Lucarelli

Area dedicata alle recensioni (e conseguenti commenti) nonche' alle richieste di pareri sui libri.
ATTENZIONE: Specificate titolo e autore nell'oggetto, grazie!

Moderatori: aly24j, Therese, Marcello Basie

Rispondi
Avatar utente
Towandaaa
Olandese Volante
Messaggi: 9299
Iscritto il: mer nov 15, 2006 2:44 pm
Località: Peccioli (Pisa)

"L'isola dell'angelo caduto" - Carlo Lucarelli

Messaggio da Towandaaa »

L’impressione dominante che ho avuto è quella della discontinuità.
A pagine dal ritmo sostenuto si alternano pagine di una lentezza talvolta disarmante, e se da un lato ho apprezzato le descrizioni degli ambienti con una abilità tale da farli percepire non solo visivamente ma anche, direi, in senso olfattivo, uditivo e tattile, dall’altro non nego che ci siano stati anche momenti in cui ho avuto l’impressione che l’autore si fosse fatto prendere un po’ troppo la mano. Cioè, che si sia trattenuto pericolosamente troppo a lungo sul confine che separa la descrittività funzionale alla costruzione dell’attesa e del pathos dalla descrittività che può anche stancare.
Nel complesso comunque il romanzo mi è piaciuto, soprattutto ora che, conoscendo l’epilogo, sono in grado di riconsiderare sotto una nuova luce tutto lo sviluppo della trama precedente. E in particolare mi è piaciuto il dibattersi del commissario nel dilemma tra il senso dello Stato e del dovere trasmessogli dal padre e il desiderio di salvare la moglie e se stesso dalle distruttive influenze di questa isola “così sperduta da non avere neanche un nome”, anche quando sarebbe stato molto più comodo sottoscrivere una versione diversa ma comunque plausibile dei fatti. Così come mi è piaciuto il lavoro di costruzione del personaggio dedicato a Mazzarino, condotto con piccoli accenni disseminati nel testo che si ricollegano e giungono a compimento solo al termine, quando si disvela nella sua ossessione di essere signore e padrone dell’isola ad ogni costo.
A voler essere puntigliosi ci sarebbe da osservare che, in termini di verisimiglianza, il finale può risultare poco credibile (viene da chiedersi cioè come sia possibile che nessuno, dalla terraferma, si sia accorto di quanto accadeva sull’isola, né abbia adottato alcun provvedimento.........e mi fermo qua o dico troppo !). Però, appunto, dico “può”, perché accade solo quando interviene nelle considerazioni la razionalità, cioè quando inizia a svanire la suggestione sapientemente costruita con un incedere così onirico e claustrofobico: non subito, a lettura appena terminata, ma dopo un po’.
Per quanto mi riguarda, sono propensa a poter considerare anche questa piccola pecca di inverosimiglianza come una delle licenze che l’autore svela nella nota finale, al pari di un particolare che mi è piaciuto molto: il vento, protagonista indiscusso e presenza costante nella storia, che si ferma incredibilmente nel punto di svolta, quando il commissario e Valenza realizzano quanto accaduto in realtà, e riprende poi successivamente, quasi a sottolineare che solo in quel momento gli uomini hanno potuto prendere, temporaneamente, il sopravvento sull’isola.
La mia libreria

La mia lista dei desideri

Towandaaa su aNobii

"Una storia che non conosci
non è mai di seconda mano
è come un viaggio improvvisato
a chilometraggio illimitato"
S. Bersani, Pacifico, F. Guccini - Le storie che non conosci (Io leggo perchè - 23 aprile 2015)
Rispondi