Dalla quarta di copertina:
Carla insegnante di lettere in un liceo di Torino, è la voce narrante di questo romanzo. Al centro della vicenda sono i problemi quotidiani con cui la protagonista deve confrontarsi, ma soprattutto il rapporto intenso e profondo che instaura con una sua allieva particolarmente sensibile e intelligente, Tanni. Ed è solo con lei che Carla condividerà un progetto apparentemente folle, cui ha dedicato tempo e passione: quello di far volare le galline che alleva nel giardino di casa.
E' scritto bene e certi "meccanismi" mentali (riflettere sulle allitterazioni e le etimologie, ad esempio), come pure alcune idee relative all'insegnamento, mi ricordano un po' me stessa. Conosco bene certe sensazioni d'impotenza e frustrazione, le ho vissute allo stesso modo per qualche tempo e le ritengo più che comprensibili, ma c'è tuttavia qualcosa che mi ha reso la prof. Carla non troppo simpatica: se odia lavorare a scuola, perché lo fa?

E' una persona intelligente, sventola con un po' di spocchia i suoi 30 e lode all'università, si ritiene brava e competente (ancora spocchia?

), eppure resta lì, a macerarsi nella frustrazione perché deve spiegare a ragazzi di 16 anni come usare le virgole, le proposizioni subordinate, la punteggiatura. Perché, se si può permettere la casa grande in campagna e quindi non ha problemi economici particolari? Sarà che ultimamente questo atteggiamento da "mi fa schifo il lavoro ma povera me che me lo devo tenere pur essendo tanto adatta a fare dell'altro" mi dà proprio ai nervi, ma per me è stato difficile amare questa professoressa. L'ho apprezzata molto di più, invece, quando si è lasciata andare nell'affrontare "di pancia" il suo rapporto con la sua allieva, un rapporto d'affetto e forse compassione che la porta addirittura a desiderare di adottarla. Anche questo attaccamento è molto normale, forse più tipico dei giovani insegnanti che di quelli più "navigati", abituati a mantenere il distacco necessario con gli studenti per non farsi travolgere dai loro problemi. Peccato per la svolta finale di Tanni,
Here be spoilers
che, abbandonata dalla mamma e senza la guida di un padre come si deve, mette la propria vita nelle mani di un divorziato molto più adulto. Nello scambio di lettere ho rivisto me ancora una volta, non come maestra ma come allieva... che nostalgia le lettere e i bigliettini scambiati con la mia maestra, oppure i libri che la mia prof. delle medie mi prestava!
La storia delle galline, francamente, non mi ha né divertita né appassionata. Anzi, in alcuni momenti ho quasi compatito quelle povere bestiole, costrette a esperimenti vari dettati dalla "genialità" della padrona. Molto triste, infine, l'immagine del contadino
Here be spoilers
che vende le mucche perché capisce che ormai il suo momento è vicino.
In definitiva non è malaccio, ma mi sembra troppo autoreferenziale e soprattutto troppo disfattista. Lo stile è molto semplice, come del resto la trama.