Giovanni Allevi, "La musica in testa"

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lilacwhisper
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Giovanni Allevi, "La musica in testa"

Messaggio da lilacwhisper »

La musica in testa
Giovanni Allevi

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E' difficile, o quantomeno infrequente, che un libro mi assorba così tanto da cominciarlo e portarlo a termine in un'ora di treno. Beh, questo è uno di quei casi. Ho acquistato questo libro per pura combinazione qualche sera fa su una bancarella dell'usato, dato che da tempo l'avevo notato, ne ero incuriosita, insomma mi ripromettevo di leggerlo.
Non è una semplice autobiografia: questo è un libro pieno di passione, di sentimento, di genio e sensibilità. Ti prende e non riesci davvero a staccarti dalle pagine, finché (purtroppo) non arriva la fine.
Allevi ripercorre - senza mai cadere nella finta modestia, ma con genuina umiltà - la sua carriera dagli albori, da quando rubava le chiavi del pianoforte di suo padre fino ai grandiosi successi che lo hanno portato in tutto il mondo. Due sono le cose che mi sono piaciute tantissimo in questo libro. La prima è l'idea che attraverso gli sbagli, le mancanze, ma soprattutto le difficoltà (attacchi di panico compresi), sia comunque possibile arrivare a grandi traguardi, a patto che ci siano il talento e - soprattutto - la passione, di cui gronda il libro. L'esempio emblematico è quello del compagno di conservatorio di Allevi, eccellente pianista prodigio obbligato dai genitori a studiare musica: il tempo di raggiungere l'età adulta ed ecco che quello si dà al lavoro da impiegato, gettando la musica alle ortiche.
L'altro aspetto che mi ha conquistata è l'idea, appunto, della "musica in testa". Purtroppo (e lo dico con grande rammarico, essendo un mio enorme cruccio) non ho alcuna predisposizione musicale né basi appropriate, quindi non so cosa possa esserci "nella testa" di un musicista/compositore, ma è davvero bella l'idea che le note costituiscano un flusso corrente che non abbandona mai la mente, nemmeno al supermercato, nemmeno per strada. Prima tre secondi, poi cinque, e così via fino ad avere la composizione.
Trovo Allevi di una sensibilità davvero squisita, unica e rara nel descrivere i momenti cruciali della sua vita, momenti bui compresi (anzi, forse perfino esaltati, cosa che difficilmente ci si aspetta dall'uomo di successo). Mi sono trovata in totale sintonia con le sue idee, ho gioito con lui quand'ho letto dei primi timidi successi, ho sorriso, in altri momenti ho condiviso i suoi dispiaceri... insomma, un libro che ti prende e fatichi ad abbandonare, un po' come quella "strega capricciosa" che è la Musica. Fantastico poi l'episodio in cui Allevi
Here be spoilers
si finge cameriere per incontrare Muti, per non parlare di quando, dimenticato al buio di un teatro in puro stile fantozziano, si mette a fare scivolate sui pavimenti lucidi e improvvisare una finta conversazione con il Direttore.
Un animo naïf che si svela in tutta la sua purezza tra le pagine di questo libro, rivelando al contempo una mente acuta e orizzonti culturali davvero ampi (Allevi è laureato in Filosofia, sospetto a pieni voti: bellissime le sue riflessioni sull'arte e sull'uomo, mai pedanti, e perfetta la sua sintesi sul Novecento, secolo violento). Da oggi sicuramente ascolterò con diversa attenzione le composizioni di Allevi, la cui genesi viene svelata proprio qui: Monolocale 7:30 AM, Panic, Piano Karate, ecc...

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Roppa
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Re: Giovanni Allevi, "La musica in testa"

Messaggio da Roppa »

Ho letto questo libro grazie ad un ring: l'ho trovato divertente, Allevi raccontato da Allevi sembra quasi un extraterrestre!
e po non è solo musica, :lol: ho riso di gusto al capitolo della gara di polpette!
Roppa

Ho con me i seguenti ring:
nessuno
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lilacwhisper
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Re: Giovanni Allevi, "La musica in testa"

Messaggio da lilacwhisper »

:lol: Già, è vero, la grande rivincita dell'Italiano sugli Americani: le polpette!
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cloe89
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Re: Giovanni Allevi, "La musica in testa"

Messaggio da cloe89 »

io Allevi non lo sopporto. :silenced:
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lilacwhisper
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Re: Giovanni Allevi, "La musica in testa"

Messaggio da lilacwhisper »

Se devo dire la verità, a me non è che stesse antipatico, però... mi lasciava piuttosto indifferente, ecco. Mi sembrava un po' costruito, come se dovesse a tutti i costi rientrare nel cliché del "genio e sregolatezza". Dopo aver letto in questo libro dei sacrifici fatti, della sua tenacia, nonché certi discorsi filosofici sull'uomo e sull'arte, l'ho trovato davvero in gamba. E non se la tira, anzi... si dà dello sfigato da solo, praticamente :lol: Io al posto suo me la sarei tirata un sacco, forse, o quantomeno avrei evitato certi racconti imbarazzanti. Invece tanto di cappello per la sincerità, per quanto mi riguarda :D

Comunque, cambiando un attimo argomento, a me faceva morire questa parodia: http://video.corriere.it/parodia-giovan ... 144f02aabc
:lol:
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cloe89
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Re: Giovanni Allevi, "La musica in testa"

Messaggio da cloe89 »

A me lui sembra falsissimo. Poi io non capisco niente di musica, ma ci sono state molte critiche da maestri come Uto Ughi (http://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Allevi#Critica). :think:
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lilacwhisper
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Re: Giovanni Allevi, "La musica in testa"

Messaggio da lilacwhisper »

cloe89 ha scritto:A me lui sembra falsissimo. Poi io non capisco niente di musica, ma ci sono state molte critiche da maestri come Uto Ughi (http://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Allevi#Critica). :think:
Purtroppo sul discorso musica io sono un'incompetente nata :oops: Però, pur essendo nota la levatura dei due Maestri che hai citato, non mi sento di dire "Ah, allora come musicista non vale nulla!", proprio perché io non ho strumenti per giudicarlo come musicista: sono due opinioni, certo autorevolissime, riferite però a una persona che tiene concerti in tutto il mondo... possibile che un musicista/compositore così pessimo abbia così successo? Non sarà che Ughi (cito lui perché aveva usato parole di fuoco) non digerisce il fatto che una persona più giovane e più lontana dal solco della tradizione abbia successo? Mi sembra un po' come quando Stephen King ha descritto la Meyer come un'incompetente. Se sei Stephen King, la Meyer certo non viene a rubarti né soldi, né fama, quindi certe polemiche infuocate mi lasciano un po' perplessa :think: (King:Meyer=Ughi:Allevi).
Certo, la musica composta da Allevi non è Bach, non è Mozart, è tutt'altro e anche una capra come me lo nota, però nel libro viene citato un episodio molto eloquente. A un concorso di ammissione, Allevi viene preso in disparte dal capo della commissione che lo chiama nel suo ufficio e lo fa suonare davanti a un'altra persona molto importante nel campo musicale. Risultato: la performance di Allevi (erano brani suoi) è stata apprezzatissima, un'esibizione di completa rottura, complimenti a non finire e quando escono i risultati... Allevi scartato. Perché? Bravissimo, geniale, di rottura, ma non ammesso perché la sua musica non è abbastanza classica. Forse il problema di Allevi è un po' quello di chi in generale inaugura un nuovo trend: discostandosi dalla tradizione, viene automaticamente bollato come un sopravvalutato. Però la musica, la letteratura, l'arte sono pieni di casi simili... chi ci dice che tra 100 anni Allevi non sarà considerato un genio della musica?

Sul discorso del personaggio falsissimo, come ti dicevo anche a me ha sempre dato l'impressione di essere un po' "costruito a tavolino", di enfatizzare certi atteggiamenti per fare scena, però dopo aver letto il libro ho cominciato ad apprezzarlo di più. Con questo non penso comunque che andrò a un suo concerto, non amo particolarmente la sua musica e mi piacciono giusto due o tre brani, però ho sentito di stimarlo molto quando se n'è andato a New York, ad esempio, per inseguire un sogno apparentemente impossibile. Eppure ce l'ha fatta, e questo coraggio secondo me lo rende degno di stima, per quel che mi riguarda :wink: Poi ovvio, può anche trattarsi di un mucchio di cavolate scritte apposta per far colpo sui lettori, ma diciamo che gli concedo il beneficio del dubbio, ecco :wink:
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lizzyblack
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Re: Giovanni Allevi, "La musica in testa"

Messaggio da lizzyblack »

Premetto: non sono una fan di Allevi, tantomeno di Uto Ughi. La musica è uno scenario ampio e allo stesso tempo delicato, nel quale si può includere qualunque tipologia di artista, da Fabri Fibra a Mozart. Forse questa è anche la forza stessa della musica. E' molto difficile stabilire chi sia un bravo musicista e chi non lo sia. Chi sia un bravo cantante e chi no. Per farvi un esempio famoso, Pavarotti è stato un grande della lirica, eppure Pavarotti steccava e non così di rado.
Allevi è sicuramente un prodotto più mediatico che talentuoso, ma di sicuro sa suonare il pianoforte. Poi che lo sappia suonare più o meno bene di altri che hanno seguito il suo stesso percorso (o anche no) è un altro contesto (ed è anche difficile da stabilire). Certo, da quel che sento dagli "addetti ai lavori", sicuramente non è proprio così ortodosso nel suo lavoro: salta le prove, non fa esercizio, si dà qualche aria, va e viene come gli pare. Questa però, sembra essere una prerogativa dei musicisti che vivono un po' le luci della ribalta (e Uto Ughi lo segue a ruota).
Sulla Querelle Ughi/Allevi non posso che quotare Lilac e portare come esempio più recente -e altrettanto inutile- la sparata di Vasco su Ligabue. Certi discorsi lasciano il tempo che trovano, e nella maggior parte dei casi (anzi sempre) l'unico giudice indiscutibile è il pubblico. Visto che ne faccio parte, ritengo che le composizioni di Allevi non siano nulla di speciale, e possano andare bene come sottofondo musicale o per le pubblicità, nulla più. Ciò non toglie che Allevi, in un certo senso, sia riuscito ad avvicinare qualcuno alla musica classica (pur non essendo un compositore classico), e alla musica di "ascolto" più che di "intrattenimento".
Poi va da sè che ancora si discute se sia più bravo Bach, Beethoven o Mozart :P
Liz

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