
Ho scoperto questo libro durante un seminario di aggiornamento per insegnanti di scuola primaria. Me ne è stata donata una copia e credo proprio che la utilizzerò per proporre ai miei alunni un piccolo laboratorio in occasione della Giornata della Memoria.
Trovo questo libro molto adatto ad introdurre il tema delle persecuzioni naziste a bambini di 6/7 anni (io lavoro con due classi seconde) senza creare traumi, con grande delicatezza, creando una prima conoscenza del fenomeno che poi potrà essere ampliata gradualmente negli anni di scuola futuri.
Il libro si trova in vendita presso le librerie della città di Reggio Emilia o contattando Istoreco all'indirizzo E-mail esteriATistoreco.re.it.
Chi era Papà Weidt?
Papà Weidt racconta la storia di Otto Weidt, tedesco ipovedente che fondò agli inizi degli anni ’40 a Berlino una piccola azienda per la produzione di spazzole e scope, dove fece lavorare soprattutto ebrei non vedenti.
Otto Weidt, chiamato affettuosamente “Papà Weidt” dai suoi dipendenti, diede loro protezione per molto tempo. In numerosi casi riuscì, fino alla fine della guerra, a nascondere e salvare i suoi amici lavoratori dalla deportazione. Fu dichiarato “Giusto tra le Nazioni” il 7 settembre 1971, ed è ricordato allo Yad Vashem di Gerusalemme.
Il libro è stato scritto, con un linguaggio e disegni adatti a bambini dagli otto anni in su, da Inge Deutschkron, ebrea sopravvissuta alle persecuzioni naziste grazie ad Otto Weidt.
Durante il Viaggio della Memoria 2009 studenti del Liceo Ariosto-Spallanzani avevano visitato a Berlino l'ex-azienda di Weidt, ora museo, e incontrato di persona la signora Deutschkron.
ISTORECO e l’Istituto “G. Garibaldi” per i Ciechi hanno pensato di pubblicare anche in Italia questo libro, edito fino ad oggi solo in Germania. Il desiderio è far conoscere questa piccola grande storia di solidarietà, convinti che non sia mai troppo presto per insegnare concetti come quello del rispetto, della tolleranza, dell’amore e dell’eguaglianza tra gli uomini.
È nata così una collaborazione che ha coinvolto anche gli studenti della 4A del Liceo Ariosto-Spallanzani, che hanno curato la traduzione del testo, con l’aiuto e il supporto delle professoresse Tiziana Fontanesi e Manuela Marcucci.