Ho incominciato la lettura di questo libro per via del famosissimo incipit:
It was the best of times, it was the worst of times, it was the age of wisdom, it was the age of foolishness, it was the epoch of belief, it was the epoch of incredulity, it was the season of Light, it was the season of Darkness, it was the spring of hope, it was the winter of despair, we had everything before us, we had nothing before us, we were all going direct to Heaven, we were all going direct the other way—in short, the period was so far like the present period, that some of its noisiest authorities insisted on its being received, for good or for evil, in the superlative degree of comparison only. There were a king with a large jaw and a queen with a plain face, on the throne of England; there were a king with a large jaw and a queen with a fair face, on the throne of France. In both countries it was clearer than crystal to the lords of the State preserves of loaves and fishes, that things in general were settled for ever.
Le due città sono Londra e Parigi e la storia si snoda tra entrambi i luoghi nel periodo della rivoluzione francese e nei successivi anni del terrore.
Di solito Dickens mi "prende" subito, ma questa volta il libro ci ha messo un po' per coinvolgermi, forse perchè la narrazione era a tratti difficile e confusa. Comunque dopo un po' si viene letteralmente risucchiati nella storia: bella la delineazione dei personaggi: il dottor Manette, in preda a momenti di allucinazione, la delicatezza del suo amico che gliene parla come si trattasse del caso di un'altra persona; la devozione della domestica abbarbiccata alla sua lingua madre, l'inglese e alla figura ambigua del fratello, l'amore puro e semplice di Lucia e Evremonde, il sacrificio dell'amico Carton(perdutamente innamorato di Lucia) che consente ai due di salvarsi...inquietanti i personaggi "negativi" in particolare Madame Deforge, una dei capi dei rivoluzionari durante il periodo del terrore, con il suo continuo sferruzzare a maglia. ma come in tutte le opere di Dickens, il lieto fine è dietro l'angolo, i buoni vengono ricompensati e i cattivi puniti.
A tale of two cities di Dickens
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A tale of two cities di Dickens
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La mente è come un paracadute. Funziona solo se si apre. - Albert Einstein
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Re: A tale of two cities di Dickens
Improvvisamente mi è venuta voglia di leggere Dickens, quindi ho pescato questo libro dalla lista dei TBR ed è pure un prigioniero della bookshelf dal 2008!
https://www.bookcrossing.com/journal/5842491/
Mi è piaciuta molto l'ambientazione, quell'inconfondibile atmosfera della Londra del 1800.
Mi è piaciuto anche ritrovare quei giochi di coincidenze tipici dei romanzi di Dickens.
Tuttavia attorno alla metà del libro ho cominciato ad avere un presagio di come si sarebbe conclusa la vicenda e a quel punto ho perso interesse. A ciò hanno contribuito anche le descrizioni prolisse e il linguaggio un po' antiquato, quindi la seconda metà del libro l'ho letta proprio svogliatamente.
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Mi è piaciuta molto l'ambientazione, quell'inconfondibile atmosfera della Londra del 1800.
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Tuttavia attorno alla metà del libro ho cominciato ad avere un presagio di come si sarebbe conclusa la vicenda e a quel punto ho perso interesse. A ciò hanno contribuito anche le descrizioni prolisse e il linguaggio un po' antiquato, quindi la seconda metà del libro l'ho letta proprio svogliatamente.
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