IL PRIMO CAPITOLO DI "GURU" - EDIZIONI LA GRU (
http://www.edizionilagru.com/guru). BUONA LETTURA...
Eccomi a parlare (?) ad una folla che avrebbe fatto rizzare i peli del culo anche ad un animale da palcoscenico come Super Freddie Mercury…
Prima ho balbettato appena, poi grazie anche a qualche ricordo (discorsi da The End tipo il Chaplin de Il Grande Dittatore, il tipo che ora non ricordo di Ghostbusters 1 o 2, il Rocky di Rocky IV che con una serie di eccezionali qualunquismi converte alla fratellanza capitalista i compagni comunisti, il finto President in Independence Day, Mel Gibson in Braveheart, The Big Belushi in Animal House e quanto di meglio prodotto dalle penne più o meno alate degli sceneggiatori dal treno dei Lumière in poi), insomma citando o scopiazzando un po’ qua e un po’ là la Parola prende il posto del ba-ba-balbettio ma qualcosa ancora non va: porca biscia manca quella alchimia che si crea quando una folla di individui diventa un unico armonico corpo, un’unica voce, un Coro: WE ARE THE CHAMPIONS… presente? (Freddie, dove sei?)
Ad ogni modo la mia vita non è stata sempre così movimentata…
“non studio non lavoro non guardo la tv non vado al cinema non faccio sport” Questa la mia vita fino a poco tempo fa!
In verità non sono neanche sempre stato il ritratto dell’Apatia.
Sono stato per anni la giovane puttana della TV italiana… poi il mio sorriso angelico è diventato un grigio muso che non rassicurava più… allora non gli servivo più… la stella così è diventata una meteora che si è persa nello spazio della vita…
Ora, per essere più terra terra: vi ricordate quel “bambino prodigio” che vinse Castrocaro Giovani e che poi finì a fare il cantante-imitatore-giullare a Mattina Italiana alla fine degli anni ’80? Beh, ero io! Non mi sentivo affatto un pagliaccio o una puttana prima di sentirmi un pagliaccio e una puttana; mi piaceva esibirmi davanti al pubblico (reale e virtuale… comunicavo a milioni di persone, diamine!). Divertire milioni di persone! Mi sentivo un Missionario del Divertimento. (Ahimè intrattenevo solamente, compresi.) Rendevo Felici le persone. Questo mi rendeva Felice! In quegli anni sapevo che avrei potuto fare TUTTO: avrei potuto diventare il Presidente della Repubblica se lo avessi voluto… ma mi sembrava così inutile e noioso. Preferivo essere il Bambino Prodigio di Mattina Italiana, così non sono mai diventato il più giovane Presidente della Repubblica della storia della Repubblica. (Ve le immaginate le Peg Perego Presidenziali?)
Ad ogni modo qualcosa si ruppe in me! Con le parole non sono mai stato troppo bravo e ora non mi viene in mente niente di meglio che questa immagine: una spina staccata.
Proprio così, qualcuno staccò la spina e mi spensi! Non fu un processo lungo o elaborato (non sono mai stato tipo da processi mentali o esistenziali complessi), passai piuttosto dall’oggi al domani ad essere l’opposto di ciò che ero stato prima di coricarmi. Potremmo dire dal Sole alla Luna? Diciamolo dai. Fatto sta che imparai una parola nuova: “Apatia”! (Tempo dopo una psichiatra di cui forse tornerò a parlare mi disse di scrivere di getto quello che mi passava per la mente, così, liberamente, senza alcun filtro. Questo scrissi: “Sono un Piccolo Principe che si sente ormai vecchio e vede solo cappelli! Un Romeo senza passione per la sua Giulietta! Un Dio in cariola! Un fiore che non sa fiorire! Il Peter Pan di Spielberg ingrassato e che non sa volare! Sono Alice in catene cazzo! Porca biscia sono Apatico anche se non so bene cosa vuol dire!”)
Questa mia involuzione alla Dottor Jackyll e Mister Hide coincideva con il momento di maggior successo televisivo (memorabile il duetto con Cristina D’Avena). Ero tra i papabili per diventare il volto della Kinder. In pratica eravamo rimasti solo io e il tipo che avete imparato a conoscere come uno di casa (è sempre lo stesso ma con tagli diversi, presente? Povero, ma quale androide T-1000… in carne e ossa è!). Era un po’ il turning point della mia carriera, stavo per diventare famoso come il ragazzino di Mamma ho perso l’aereo, ma… (mia madre aveva già prenotato l’aereo). Ma… (su mia madre ci torneremo, o meglio non ci staccheremo più: Freud docet!).
Ma... un giorno mi presentai in scena (complice la mia amica del trucco) con una cresta e un atteggiamento fottutamente punk che bastarono ad azzittire lo studio. Partii quindi con una versione acida di Papaveri e papere (che Johnny Rotten mi avrebbe baciato il culo) e terminai l’esibizione sparando al pubblico (Sid ma quale plagio, di omaggio si tratta cazzo!) uccidendo l’immagine di innocenza e serenità che proiettavano su di me: Edipo assassinava suo padre e stuprava la madre… questo la quieta famiglia italiana non lo poteva accettare!
Tra il pubblico in sala si contarono trentatré svenimenti, milioni di shock casalinghi, centinaia le telefonate a Mamma Rai in cui si chiedeva di “far fuori” (se possibile anche fisicamente) quel “piccolo diavolo” che i loro “innocenti piccoli” immancabilmente imitavano (il potere dell’emulazione eh).
Tra i trentatré svenimenti va anche contato lo svenimento, probabilmente simulato (mia madre è credibile come una recita di Shakespeare in un villaggio vacanze), appunto di mia madre!