Questi scrivani erano ebrei che conoscevano diverse lingue e perciò erano stati risparmiati per rispondere alle lettere nella lingua in cui erano scritte. A partire da questi fatti realmente accaduti, Thaisa Frank tratteggia questo centro per la posta in modo molto vivo, i vari capitoli sono intervallati da alcune lettere, emozionanti, i personaggi sono abbastanza interessanti e ben disegnati, soprattutto Elie e Lodenstein.
Mi è piaciuta la capacità di rappresentare come anche nei momenti più orribili nascano storie d'amore, si trovino modi per scherzare (gli scrivani inventano la lingua onirichese), per sopravvivere aggrappandosi a quello che c'è come una sigaretta condivisa! nonostante il racconto drammatico le parti surreali non mancano, a sottolineare quanto la follia nazista possa essere contrastata con altrettanta folle voglia di salvare una vita, credo che sia un'ottima opera prima anche se la qualità della scrittura non è sempre omogenea.
Here be spoilersuna cosa che mi ha lasciata perplessa è la mancata relazione tra Elie e Daniel, è l'unico figlio dell'amatissima sorella e lei non sembra minimamente interessata a lui, nè nel finale rivelano a Zoe che la donna della foto era sua parente e quello che ha fatto per il padre, non ho capito il perchè di questa dimenticanza dell'autrice