Con la voce di un narratore ormai adulto che ricorda il passato, l’autore narra le storie fantastiche del suo paese, Capo Verde, popolate di demoni, streghe, malefici, credenze popolari e superstizione. È un romanzo pieno di morti, perché ogni morte porta con sé mille racconti.
A parer mio, il difetto di questo libro è proprio quello che per altri, ne sono certa, potrebbe essere considerato il suo pregio, cioè voler narrare tante infinite storie che si intrecciano una con l’altra. Questo mi ha reso un po’ difficoltosa la lettura, perché le storie raccontate sono davvero molte e diverse volte mi è sembrato di perdermi. Riconosco come questo possa senz’altro piacere ad alcuni, ammetto che il perdersi nelle storie possa avere un’attrattiva particolare, ma semplicemente non è il mio genere di libro.
Resta comunque il fatto che è scritto molto bene e che può costituire una lettura gradevole per chi ami le storie nelle storie e il realismo magico.
Germano Almeida, L'isola fantastica
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