"Il libro dell'inquietudine di Bernardo Soares" di Fernando Pessoa è una sorta di zibaldone leopardiano. Di un pessimismo di fronte al quale Leopardi stesso impallidirebbe.
È un libro che non si può leggere dalla prima all'ultima pagina tutto d'un fiato. Bisogna centellinarlo, assaporarlo pensiero dopo pensiero. Non si può pensare di leggerlo dall'inizio alla fine senza soffermarsi un attimo a metabolizzare, se non tutte, almeno la metà delle riflessioni in esso contenute. Alcune sono contorte, altre sono di una limpidezza disarmante. Basta leggerle una volta per capire esattamente che cosa volesse dire.
È un libro che coinvolge perché è facilissimo identificarsi con la pena esistenziale di quest'uomo. O almeno, parlando per me, posso dire di riconoscermi in molte delle riflessioni di Bernardo Soares.
È un libro per il quale bisogna tenere a portata di mano le matite colorate, in modo da sottolineare i passaggi che colpiscono e allo stesso tempo raggrupparli in base al colore con cui si è scelto di sottolinearli. Per esempio io ho sottolineato o cerchiato con una semplice matita tutto ciò che mi ha impressionato (vale a dire circa la metà del libro). Le frasi in azzurro sono invece quelle - a mio parere - più belle. Le sottolineature in viola sono i pensieri che riguardano la morte. In verde ho sottolineato invece i passaggi in cui viene descritta la città di Lisbona.
È un libro di cui sarebbe utile seguire un corso all'università, con un professore che te lo spiega passo per passo, magari facendo dei parallelismi con la produzione poetica di Pessoa.
È un libro che può apprezzare chi ama scrivere, perché in quelle pagine si percepisce il bisogno incessante di mettere su carta le sensazioni, le osservazioni, le elucubrazioni mentali. Non importa che siano pensieri sconnessi, che non ci sia sequenzialità spazio-temporale, che siano frammenti senza un inizio, una fine o un mezzo. Non c'è una storia, non c'è una trama. Sono pezzi di vita buttati lì in ordine casuale.
Cito direttamente dal libro di Pessoa: "...dire quello che si sente direttamente come si sente - chiaramente, se è chiaro; in modo oscuro, se è oscuro; in modo confuso se è confuso -; capire che la grammatica è uno strumento, non una legge."
Io ho letto questa edizione:
Il libro dell'inquietudine, tr. Piero Ceccucci e Orietta Abbati, Newton Compton, Roma, 2006
Il libro dell'inquietudine di Fernando Pessoa
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