Mi ha fatto piacere ritrovare un po' il Baricco di Novecento, che tanto mi aveva incantato, in questo testo teatrale: mi sono piaciuti i dialoghi vivaci, serrati e a tratti un po' surreali tra i tre protagonisti Smith, Wesson e Rachel, così come il tono da impresa epica stemperato dall'ironia di protagonisti ai margini della società che non rinunciano ai loro sogni e alle loro stranezze, anzi ne vanno orgogliosi

Anche il finale è delicato e ben scritto, ma ha la pecca di arrivare troppo presto secondo me: non si fa in tempo a conoscere i personaggi e ad affezionarsi a loro, per cui la sensazione finale che ne ho avuto è di una storia ben condotta, con un ritmo apprezzabile e idee valide (su tutte il metereologo che ricostruisce il clima del passato partendo dai ricordi delle persone), che finisce per rimanere però sempre in superficie.