Si tratta di un testo teatrale in due atti, ambientato ai primi del Novecento alle cascate del Niagara, in cui tre personaggi tentano di dare una svolta alla loro vita: Smith, inventore e meteorologo, è arrivato lì per stilare tabelle climatiche e si rivolge ad un pescatore, Wesson, che raccoglie i corpi dei suicidi nel fiume. In due fanno il nome di una pistola. Poi arriva Rachel, una giovane giornalista in cerca della collaborazione dei due per realizzare uno scoop: gettarsi nelle cascate e uscirne viva.
Mi ha fatto piacere ritrovare un po' il Baricco di Novecento, che tanto mi aveva incantato, in questo testo teatrale: mi sono piaciuti i dialoghi vivaci, serrati e a tratti un po' surreali tra i tre protagonisti Smith, Wesson e Rachel, così come il tono da impresa epica stemperato dall'ironia di protagonisti ai margini della società che non rinunciano ai loro sogni e alle loro stranezze, anzi ne vanno orgogliosi
Anche il finale è delicato e ben scritto, ma ha la pecca di arrivare troppo presto secondo me: non si fa in tempo a conoscere i personaggi e ad affezionarsi a loro, per cui la sensazione finale che ne ho avuto è di una storia ben condotta, con un ritmo apprezzabile e idee valide (su tutte il metereologo che ricostruisce il clima del passato partendo dai ricordi delle persone), che finisce per rimanere però sempre in superficie.
Smith & Wesson - Alessandro Baricco
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