Dal retrocopertina:
L'immagine più spontanea di Cuba, dopo il Che con il sigaro, è una donna che balla. Qui si narra perché, nonostante tutti i guai e ben oltre la sensualità e il tropico, la vita delle donne su quest'isola conservi movenze di rumba.
Storie di donne a Cuba sull'orlo del millennio e della resistenza umana, tra passioni e assenze, una rapida giovinezza e confusi cambiamenti sociali, mariti per viaggiare nel mondo del benessere e brucianti nostalgie per il povero e cadente paradiso lasciato, durissimi bisogni quotidiani e testarde spinte ideali, addii e confidenze, figli e amicizie, canzoni e crudeltà, lavoro e sogni. La scrittrice e giornalista Marilyn Bobes (1955), l'avvocato Mylene Fernández Pintado (1967), la biologa Nancy Alonso (1949), la saggista, narratrice e poetessa Mirta Yáñez (1947), l'informatica Karla Suárez (1969), il medico Adelaida Fernández de Juan (1961) sono le penne più coraggiose e coscienti del discorso narrativo femminile di oggi sull'isola rivoluzionaria, che testimoniano un'esperienza intensa e drammatica. E, per chiudere, uno sguardo altrui (maschile, e per giunta straniero, anche se non estraneo: quello di Danilo Manera) condensa in una galleria di ritratti il fascino di queste donne sfortunate e libere, amareggiate e vitali.
6 racconti scritti da donne cubane e il settimo, una lunga carrellata di ritratti femminili, scritto da Danilo Manera, professore di letteratura spagnola contemporanea all'Università di Milano, che io ho avuto il piacere di conoscere durante il mio percorso di studi.
Non mi è piaciuto Anhedonia perché è troppo "decontestualizzato", cioè racconta una storia che potrebbe essere accaduta ovunque, non necessariamente a Cuba.
Gli altri invece mi sono piaciuti proprio perché si capisce che sono proprio ambientati lì, con quello stile di vita, con quella situazione politica e mi hanno fatto rivivere le emozioni di quel viaggio.
Rumba senza palme né carezze. Racconti di donne cubane
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