Il viaggiatore del secolo - Andrés Neuman

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ciucchino
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Il viaggiatore del secolo - Andrés Neuman

Messaggio da ciucchino »

Un libro bellissimo dove è facile perdersi vista la sua estrema complessità.
C’è un paese dove le strade cambiano sempre di posto nella Germania del XIX secolo e un viaggiatore si ferma casualmente e non riesce più a ripartire: sembra che nessuno possa più andarsene. C’è Sophie, una donna della buona società che ogni venerdì sera organizza nel suo salotto degli incontri dove si parla di letteratura, filosofia, politica con pagine e pagine di discussioni su Napoleone, sulla Rivoluzione francese e sulla Restaurazione (epoca contemporanea per i protagonisti del romanzo). Ci sono le poesie e delle interessanti discussioni sul significato delle parole e sul valore delle traduzioni.
Ma c’è anche un aggressore seriale che si aggira nella notte, c’è un mendicante estremamente saggio e un po’ misterioso, c’è una ragazzina che vuole imparare a leggere, c’è un fidanzato nobile che lascia incredibilmente spazio alla sua fidanzata, ci sono le lotte sociali dei contadini, c’è la passione non solo letteraria ma fisica che prorompe nel romanzo cambiando il registro così ottocentesco per trasformarlo in un romanzo moderno.
Perché questo è: un romanzo estremamente moderno pur scritto come se l’autore vivesse in un’altra epoca. Troviamo delle pagine descrittive improvvisamente interrotte da flussi di coscienze o di discorsi tra protagonisti scritti come un fluire unico di parole, e le lettere che si scambiano i due amanti, e poi le poesie e la loro traduzione.
Se non ci si lascia scoraggiare dalle pagine in cui ci si sente ignoranti per l’incredibile sfoggio di conoscenza storiche e letterarie profuse a man bassa, non si può non rimanere conquistati dal romanzo e dai due protagonisti, soprattutto da Sophie: una donna moderna, mai descritta in maniera stereotipata, che cerca di affermare la sua personalità e di soddisfare i suoi interessi senza farsi imbrigliare troppo dalle convenzioni della sua società.
"I libri li rubavo. I libri non dovrebbero costare nulla, pensavo allora e penso ancora oggi".
(Pascal Mercier, "Treno di notte per Lisbona)

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