Un libro davvero coinvolgente con un punto di vista molto particolare ossia quello di Pilato, un uomo così profondamente romano e razionale che si trova di fronte questo “mago” che è riuscito ad affascinare anche la sua adorata moglie.
Una bella riflessione sia sul Cristo (molto bello il monologo iniziale dove Gesù si chiede se sia davvero il Figlio di Dio e decide di scommettere la sua esistenza su questo), ma la parte più interessante è proprio questa cronaca da parte di un uomo così estraneo nei costumi e nel sentire della Palestina di quegli anni che incrocia Gesù e arriva a ipotizzare che sarà una religione senza un futuro perché destinata a morire con gli ultimi testimoni oculari.
Una volta scomparso l’ultimo testimone, la parabola di Gesù sarà destinata a scomparire nell’oblio perché non ha parlato di un regno trionfale e si è rivolto ai più umili (dai poveri alle donne così disprezzate dalla società del tempo).
Molto interessante poi è l’analisi delle differenze tra la religione ebraica che si basa sul rispetto e quella cristiana che si basa sull’amore: Pilato arriverà alla conclusione che è più importante il concetto di rispetto.
Il Vangelo secondo Pilato - E. E. Schmitt
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