Stella Gibbons, La fattoria delle magre consolazioni

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francesina
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Stella Gibbons, La fattoria delle magre consolazioni

Messaggio da francesina »

La Gibbons ha pubblicato questo libro nel 1928 (e nel 1933 le è stato attribuito il Femina Vie Heureuse Prize) ed in effetti il libro, pur essendo moderno per l’epoca al punto da essere bandito per alcuni punti di vista troppo libertini, è permeato dell’atmosfera british degli anni 30.
Non credo che la Gibbons sarebbe particolarmente lieta di finire – almeno nella mia mente- nel calderone della letteratura vittoriana, dal momento che tutto il romanzo rappresenta una satira dei vari generi affrontati dai suoi colleghi contemporanei.
Con sagacia e ironia qui infatti si prendono i giro i romanzi gotici e quelli altamente drammatici in cui protagoniste dalla vita complessa si muovono in ambientazioni inquietanti circondate da personaggi pericolosi.
Anche qui il personaggio principale, Flora, ha una vita non propriamente semplice: rimasta orfana a 20 anni e senza alcuna capacità che le consenta di mantenersi, sceglie però di fare buon viso a cattivo gioco e si trasferisce nel Sussex, ospite di parenti sino a quel momento sconosciuti.
Le avventure non mi sono apparse esilaranti come mi è capitato di leggere in più di una recensione, ma è innegabile che il tono del libro è sereno e il personaggio di Flora un bell’esempio di ottimismo, buon senso e determinazione.
Nous habiterons une maison sans murs, de sorte que partout où nous irons ce sera chez nous- J.Safran Foer, Extrêmement fort et incroyablement près

E finalmente lui pronunciò le due semplicissime parole che nemmeno una montagna di arte e ideali scadenti potrà mai screditare del tutto. I. McEwan, Espiazione

Sempre Francesina, anche su Anobii
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Therese
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Re: Stella Gibbons, La fattoria delle magre consolazioni

Messaggio da Therese »

Io l'ho trovato decisamente divertente, moderno nello stile ed ironico nei temi trattati, decisamente una lettura interessante e per me inaspettata, dato che non conoscevo affatto l'autrice.
-...è solo che non ho tempo per leggere.
- Mi dispiace per te.
- Oh, non direi.Ci sono tanti altri modi per passare il tempo.
Giulio vorrebbe replicare che leggere non è "passare il tempo"...
(T. Avoledo)

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