Oscar e la dama rosa, Eric-Emmanuel Schmitt

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lunabluxxx
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Oscar e la dama rosa, Eric-Emmanuel Schmitt

Messaggio da lunabluxxx »

Oscar è un bambino di dieci anni, ma ne dimostra un po' meno.

Il suo soprannome è Testa Pelata perchè le cure chemioterapiche gli hanno fatto perdere tutti i capelli: Oscar vive in un ospedale perchè è malato di leucemia ed i suoi unici amici sono gli altri bambini ricoverati e Nonna Rose, una delle dame vestite di rosa volontarie dell'ospedale. Ma Nonna Rose è speciale: dice le parolacce e non diventa improvvisamente sorda quando Oscar parla della morte, perchè ha capito che il trapianto cui è stato sottoposto non ha avuto gli esiti sperati.

Nonna Rose propone a Oscar un gioco: vivere dieci anni in un giorno, e scrivere una lettera a Dio raccontandogli i suoi pensieri ed i suoi sentimenti e chiedendogli ogni giorno qualcosa.

«Che cosa posso scrivergli?»
«Confidagli i tuoi pensieri. I pensieri che non
dici sono pensieri che pesano, che si incrostano,
che ti opprimono, che ti immobilizzano, che
prendono il posto delle idee nuove e che ti
infettano. Diventerai una discarica di vecchi pensieri
che puzzano, se non parli.»

«Le domande più interessanti rimangono
domande. Avvolgono un mistero. A ogni risposta, si
deve associare un "forse". Sono solo le domande
senza interesse ad avere una risposta definitiva.»

Questo è un piccolo libro meraviglioso, per nulla melenso, ma incrostato di umanità, fantasia e leggerezza nonostante la situazione :) Finisce per commuovere un po', naturalmente, ma lo fa soprattutto per il modo in cui mette in luce come a volte ci dimentichiamo dell'umanità degli altri e dell'importanza di stare davvero accanto ai nostri cari.
Dalla tua testa dalla tua carne
dal tuo cuore
mi sono giunte le tue parole
le tue parole cariche di te...
(N. Hikmet)

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Towandaaa
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Re: Oscar e la dama rosa, Eric-Emmanuel Schmitt

Messaggio da Towandaaa »

Ho letto questo libro circa 8 anni fa, grazie a un ring di maddap ( :heartkiss: ); quella che riporto qui sotto è la J.E. scritta allora:

E' molto difficile esprimere sinteticamente le emozioni che suscita questa lettura. Anche se potrà apparire riduttivo, provo a elencarle, senza voler ordinare la lista secondo un criterio di importanza:
- Ammirazione: nei confronti di Oscar e Nonna Rosa, per la loro comune forza nell'affrontare la tragica situazione. Lei talvolta cruda nella sua concretezza, ma sempre sensibile alle esigenze del bambino e sempre pronta a rispondere alle sue domande. Lui così ingenuo e al tempo stesso maturo, spontaneo e semplice nel rivolgersi a Dio, con parole, con un senso di confidenza e con una fiducia tutti da invidiare (e parlo dell'invidia nella sua accezione positiva: quella che spinge a migliorarsi).
- Tristezza e rabbia: per tutta la vicenda intesa come simbolo del massimo grado di tragicità che una situazione di malattia può raggiungere (quando, cioè, ad esserne colpito è un bambino). Per tutti i personaggi coinvolti, ognuno a suo modo con una carico troppo grande da sopportare. In particolare per i genitori di Oscar: così incapaci di trovare il modo migliore di comportarsi da far arrabbiare lo stesso Oscar (e anche il lettore), ma al tempo stesso scevri da qualsiasi colpa, perchè chi mai potrebbe ergersi a giudice della loro inadeguatezza di fronte alla peggiore situazione che a un essere umano possa capitare ?
- Gratitudine e speranza: ci sono molti passi che suscitano riflessioni importanti, che lasciano dietro di sè e nonostante tutto una certa dose di ottimismo, che hanno il pregio di offrire un insegnamento ma senza alcun fastidioso intento didascalico. Oltre ai passi già citati dai lettori precedenti, vorrei ricordare anche quello a pag.84 "Ho capito che eri qui. Che mi rivelavi il tuo segreto: ogni giorno guarda il mondo come se fosse la prima volta"
- Senso di colpa: per le troppe volte in cui ci lamentiamo per cose poco importanti e per la propensione a non essere mai contenti, che se in alcuni casi può diventare lo spunto legittimo per la ricerca di un miglioramento, in altri casi finisce invece per avvelenare la vita, facendo perdere di vista i valori importanti.
Mi rendo conto di aver indicato sensazioni anche contrastanti, ma in fin dei conti era naturale che così fosse, in un libro in cui si alternano anche momenti di commozione e di sorrisi divertiti.
Il panorama di emozioni che questo libro offre è veramente vasto, pur nella sua brevità, ed il suo grande pregio è l'equilibrio tra le varie componenti, che sorregge la storia senza farla mai scadere nel sentimentalismo deteriore, nel luogo comune scontato o nella superficialità.
Lo ricorderò come una delle letture che mi sono piaciute di più.

:D
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