Con il suo stile curato ma scorrevole, Calvino illustra al lettore le motivazioni per le quali leggere i classici sia effettivamente così importante nella formazione culturale di ciascuno.
In linea teorica sarei del suo stesso avviso, anche se di fatto sono poche le volte in cui spontaneamente (senza coercizioni di professori, esami universitari etc) ho preso in mano un classico portandone a termine la lettura.
In poche pagine (il resto del volume è costituito da una raccolta di 35 brevi discorsi tenuti da Calvino ed incentrati, ciascuno, su un classico), Calvino analizza le varie accezioni del termine “classico” riferendosi naturalmente alle opere lettere in un certo senso imprescindibili. E’ stato per me interessante notare come sia oggettivamente difficile non essere d’accordo con quanto sostenuto dall’autore e ancor di più come osservazioni tutto sommato “naturali” e “spontanee” siano spunto di riflessioni anche profonde nel lettore.
Io ho sempre provato una personale e spiccata simpatia nei confronti di Calvino per cui questo potrebbe avere influenzato la mia lettura ma ho apprezzato il tono non paternalistico con cui viene suggerito di approcciarci alle grandi opere del patrimonio letterario internazionale. L’autore infatti sembra contemplare e comprendere perfettamente che queste opere possano non piacere minimamente ma è invece certo che, a prescindere, esse lascino una traccia nel lettore: non rischiano quindi di lasciare indifferenti, nel bene o nel male.
La raccolta di saggi brevi che costituisce la seconda parte del libro, infine, ha nel mio caso raggiunto lo scopo che credo Calvino si fosse prefissato: invogliare cioè i suoi uditori/lettori a prendere finalmente in mano i libri che presenta. Nel mio caso, potrebbe essere la volta buona che mi decida a leggere “Il nostro comune amico” di Dickens, “il Dottor Zivago” e finire “Il pasticciaccio”, iniziato e abbandonato ben più di una volta.
I. Calvino, Perché leggere i classici
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I. Calvino, Perché leggere i classici
Nous habiterons une maison sans murs, de sorte que partout où nous irons ce sera chez nous- J.Safran Foer, Extrêmement fort et incroyablement près
E finalmente lui pronunciò le due semplicissime parole che nemmeno una montagna di arte e ideali scadenti potrà mai screditare del tutto. I. McEwan, Espiazione
Sempre Francesina, anche su Anobii
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