Pavel Pavlovic, destinato a fare "l'eterno marito", e Vel'caninov, l'amante della defunta moglie del primo.
Il primo trova, alla morte della moglie, delle lettere che gli fanno capire come lei gli sia stata sempre infedele, e se ne va a Pietroburgo con la figlia Liza, forse per lavoro, ma soprattutto per gelosia: vuole rivedere Vel'caninov, parlare con lui e forse piangere assieme a lui. Ma le cose andranno in maniera molto diversa, il rivale scoprirà di essere il padre di Liza e a lei si affezionerà tantissimo... Finché la situazione non ritorna al punto di partenza, con Pavel Pavlovic a fare l'eterno marito, l'eterno cornuto.
Sebbene si tratti di un romanzo breve, la maestria di Dostoevskij si sente tutta in queste pagine, che fanno rimanere il lettore incollato alla pagina come solo i grandi romanzi sanno fare. Proprio per la voglia e il piacere di leggere, non tanto per sapere "come va a finire", ma perché la scrittura di Dostoevskij è sempre suprema, come supreme sono le sue storie.
Non è certo all'altezza di Delitto e castigo o Le notti bianche, ma è un breve romanzo davvero bello.
Ogni tanto respirare un po' di Dostoevskij fa bene.
L'eterno marito, Fedor Dostoevskij
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