J. Colgan, La petite boulangerie du bout du monde

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J. Colgan, La petite boulangerie du bout du monde

Messaggio da francesina »

Romanzo di pura evasione pur senza essere irritante per banalità dei contenuti e trascuratezza nei dialoghi.
La protagonista è Polly, giovane imprenditrice di successo che, coinvolta nella crisi economica, perde con un vorticoso effetto domino lavoro, casa, fidanzato e l’agiato stile di vita cui era abituata. L’evasione è data dal vederla ricominciare tutto in un borgo isolato della Cornovaglia dove, pur senza le difficoltà iniziali date dalla solitudine, dallo squallore dell’abitazione e dalla mancanza di lavoro, riesce pian piano non solo a ricostruirsi una vita ma ad avvicinarsi al suo ideale di felicità più di quanto non fosse riuscita anni prima, quando si credeva all’apice del successo. Polly è un personaggio simpatico, sufficientemente triste ed abbattuta in alcuni passaggi perché risulti credibile ed è stato rilassante seguirla nella realizzazione dei suoi progetti professionali e – perché in romanzi del genere la parentesi rosa non è mai esclusa – personali!
Suggestiva l’ambientazione in un paesino parzialmente isolato dal continente in base all’alternanza delle maree e simpatica l’idea dell’hobby della panificazione che Polly riesce a trasformare in lavoro.
Ho letto questo libro nella sua edizione francese attirata da un commento su Instagram, senza avere alcuna idea su chi fosse l’autrice e su eventuali traduzioni in italiano. Direi per fortuna perché se lo avessi saputo lo avrei immediatamente eliminato dalla mia wishlist. Non che questo romanzo sia un capolavoro (ma è a mio avviso comunque superiore agli scritti della Kinsella, almeno per quello che di suo io ho letto sinora), ma trasformarne il titolo da Little beach street bakery a Il faro degli amori appena nati non gli rende minimamente giustizia né tra l’altro è coerente con la trama. Non che il titolo scelto dal traduttore francese sia fedele alla lettera, ma quanto meno è mantenuto il legame con l’ambientazione e con l’attività principale di cui si parla nel romanzo!

La mia edizione

l'edizione originale in inglese

l'edizione italiana
Nous habiterons une maison sans murs, de sorte que partout où nous irons ce sera chez nous- J.Safran Foer, Extrêmement fort et incroyablement près

E finalmente lui pronunciò le due semplicissime parole che nemmeno una montagna di arte e ideali scadenti potrà mai screditare del tutto. I. McEwan, Espiazione

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Re: J. Colgan, La petite boulangerie du bout du monde

Messaggio da francesina »

Il romanzo del post precedente è diventato nel tempo il primo di tre.
E se il primo poteva anche essere carino seppur senza pretese, con i due volumi successivi (non ho i titoli italiani - nelle mie edizioni sono intitolati Une saison à la petite boulangerie e Noel à la petite boulangerie) l'autrice non ha saputo evitare il susseguirsi di cliché e la storia si sviluppa in modo stanco e prevedibile. Se la storia personale della protagonista si fa anche leggere (per lo più perché è facile affezionarsi e/o immedesimarsi), per il resto gli altri personaggi e le loro relative vicende sono banali e trite al limite della sopportabilità. Trascurabilissimi.
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