Come nel suo stile, D'Avenia si rivolge in primis agli adolescenti, di cui conosce atteggiamenti e sensibilità. Questa volta ha voluto intrecciare il ricordo autobiografico alla memoria di un personaggio che desidera portare a testimone civico per il suo impegno contro la mafia: Don Pino Puglisi. Nella Palermo degli anni Novanta il diciassettenne Francesco è alunno del prete che opera nel quartiere controllato dai mafiosi, ai quali da molto fastidio! Il gioco di pallone è il linguaggio che consente di avvicinare i ragazzini, mentre la chitarra è la chiave d'accesso al cuore di Maria: un altro mondo, un'altra storia.
E' una lunga calda estate quella di Francesco e della storia, dove tutto scorre molto lentamente ma da cui si esce trasformati: nulla sarà più lo stesso.
La prosa, seppure fresca e agile, è molto ricercata, nella poesia delle parole, nelle metafore, nelle citazioni.
Alessandro D'Avenia, Ciò che inferno non è
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