F. Piccolo, La separazione del maschio

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francesina
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F. Piccolo, La separazione del maschio

Messaggio da francesina »

Libro "forte" questo di Francesco Piccolo, di quelli che si amano o si odiano. Un po' per lo stile (che a me ha ricordato De Silva, brillante e cervellotico, a volte decisamente spiritoso) un po' per il personaggio-fulcro del libro, quello che narra in prima persona la storia ma di cui il lettore non saprà mai il nome. E' un romanzo eppure non c'è una vera e propria trama: i fatti salienti sono narrati in realtà in poche pagine, il resto è un intreccio di analessi e prolessi decisamente ben costruito che porta a conoscere i pensieri e la vita del protagonista sino al presente della narrazione. Sono riuscita a separare il giudizio morale sui suoi comportamenti da quello complessivo sul libro per cui devo dire che mi è piaciuto. Certo, alcune descrizioni dei suoi tradimenti sono decisamente dettagliate, forse troppo, ma comunque utili per comprendere meglio il protagonista, il suo modo di riuscire ad essere sia attaccato alle donne e alla loro fisicità oltre ogni scrupolo di coscienza sia un padre estremamente presente, affettuoso e sinceramente contento della su avita coniugale. In alcune recensioni non pochi lettori hanno scritto di essersi chiesto tutto il tempo come potesse il protagonista comportarsi in maniera così totalmente e profondamente immorale: la loro riflessione è comprensibile ma non la condivido. A me ne è rimasta infatti la scia di un personaggio positivo, a cui mi sono affezionata (nella maniera, insomma, in cui ci si affeziona ai personaggi dei romanzi in lettura) e che non mi sento di definire totalmente negativo: ho voluto credere che ci fosse qualcosa alla base della sua sfacciata promiscuità, qualcosa che andasse oltre l'assoluta e animalesca incapacità di trattenersi. E in effetti lo spiega lui stesso, alla fine del romanzo, quando ammette di non vivere vite parallele ma una sola felice esistenza modulata in molti segmenti e che proprio questa segmentazione, facendo diminuire l'importanza di ogni singolo evento di ogni singola "sotto esistenza", rendeva la sua vita più sopportabile e ogni eventuale dolore più semplice da gestire emotivamente.
Nous habiterons une maison sans murs, de sorte que partout où nous irons ce sera chez nous- J.Safran Foer, Extrêmement fort et incroyablement près

E finalmente lui pronunciò le due semplicissime parole che nemmeno una montagna di arte e ideali scadenti potrà mai screditare del tutto. I. McEwan, Espiazione

Sempre Francesina, anche su Anobii
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