Dalla presentazione sul sito della casa editrice (Feltrinelli):
"Parigi è sempre una buona idea, si sa. Innamorati o no, vale sempre la pena di fare una passeggiata per le vie della Ville Lumière. Lì, in rue du Dragon, una deliziosa stradina nel cuore di Saint-Germain, ci si può imbattere in un piccolo negozio con una vecchia insegna di legno, un campanello d’argento démodé sulla porta e, dentro, mensole straripanti di carta da lettere e bellissime cartoline illustrate: la papeterie di Rosalie Laurent.
Talentuosa illustratrice, Rosalie è famosa per i biglietti d’auguri personalizzati che realizza a mano. Ed è un’accanita sostenitrice dei rituali: il café crème la mattina, una fetta di tarte au citron nelle giornate storte, un buon bicchiere di vino rosso dopo la chiusura della papeterie. I rituali aiutano a fare ordine nel caos della vita, ed è per questo che ogni anno, per il suo compleanno, Rosalie fa sempre la stessa cosa: sale i 704 gradini della Tour Eiffel fino al secondo piano e, con il cuore in gola, lancia in aria un biglietto su cui ha scritto un desiderio. Ma finora nessuno è mai stato esaudito. Tutto cambia il giorno in cui un anziano signore entra come un ciclone nella papeterie. Si tratta del famoso scrittore per bambini Max Marchais, che le chiede di illustrare il suo nuovo libro. Rosalie accetta felice e ben presto i due diventano amici, La tigre azzurra ottiene premi e riconoscimenti e si aggiudica il posto d’onore in vetrina. Quando, poco tempo dopo, un affascinante professore americano, attratto dal libro, entra in negozio, Rosalie pensa che il destino stia per farle un altro regalo. Ma prima ancora che si possa innamorare, ha un’amara sorpresa. Perché l’uomo è fermamente convinto che la storia della Tigre azzurra sia sua…"
Io lo confesso senza vergogna: per me i libri di Barreau sono ormai l'equivalente meglio scritto degli Harmony, il mio ideale di romanzo "per staccare la mente" e sognare in pace!
Certo, spesso il realismo e la credibilità non sono proprio il loro punto di forza ma questa debolezza è compensata dalla poesia e dal gioco degli equivoci, oltre che dalla - questa sì - credibilissima ambientazione parigina.
Anche questo romanzo non si smentisce: ambientato tra le stradine della vecchia Parigi, incrocia le vite di una graziosa illustratrice in attesa del vero amore, di un anziano scrittore di storie per bambini appena rimasto vedovo e di un professore americano in cerca delle proprie radici, grazie alla dolcissima storia per bambini intitolata "La tigre azzurra".
Il finale è davvero un po' troppo forzato, a mio parere, oltre che abbastanza scontato, ma questa lettura è stata comunque piacevolissima, anche per la buona caratterizzazione dei personaggi: in particolare ho un debole per il burbero ed estroso Max
Consigliatissimo per chi ha voglia di staccare la spina nell'atmosfera dolce e vivace di Saint Germain de Près e di ritrovare un tocco di magia da evitare assolutamente per chi è in vena di cinismo
"Parigi è sempre una buona idea, aveva detto sua madre. Non importa se sei felice o triste, non importa se sei innamorato o no. Anzi, quando sei triste o non sei innamorato, Parigi è addirittura un'ottima idea".
Parigi è sempre una buona idea, Nicolas Barreau
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Parigi è sempre una buona idea, Nicolas Barreau
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Re: Parigi è sempre una buona idea, Nicolas Barreau
Sono della tua stessa opinione: un romanzo da leggere senza avere pretese di grandi arricchimenti culturali, ma al solo fine di svagarsi e portare la testa altrove.
Qui l'altrove è la suggestiva atmosfera parigina e i tre personaggi principali sono a mio avviso tutti sufficientemente simpatici perché si segua la storia con piacere. E' vero che il finale è scontatissimo e alcuni passaggi, soprattutto dalla seconda metà del libro in poi, sono eccessivamente forzati, ma a quel punto il lettore si è già affezionato a Rosalie e Max e non può trattenersi dal proseguire la lettura.
Qui l'altrove è la suggestiva atmosfera parigina e i tre personaggi principali sono a mio avviso tutti sufficientemente simpatici perché si segua la storia con piacere. E' vero che il finale è scontatissimo e alcuni passaggi, soprattutto dalla seconda metà del libro in poi, sono eccessivamente forzati, ma a quel punto il lettore si è già affezionato a Rosalie e Max e non può trattenersi dal proseguire la lettura.
Nous habiterons une maison sans murs, de sorte que partout où nous irons ce sera chez nous- J.Safran Foer, Extrêmement fort et incroyablement près
E finalmente lui pronunciò le due semplicissime parole che nemmeno una montagna di arte e ideali scadenti potrà mai screditare del tutto. I. McEwan, Espiazione
Sempre Francesina, anche su Anobii
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