
In una Venezia antica di epoca non meglio definita, una Befana pasticciona e un po' alticcia crolla su un comignolo, sparge sulla città due dita di polvere magica dagli effetti stravaganti e si innamora della spledida luna veneziana, dando il via ad una serie di insolite ed esilaranti vicende che coinvolgono tutta la città.
A risolvere i problemi dovranno pensare due piccoli amici di nove anni, l'ebreo Davide e il cristiano Giovanni, con l'aiuto dei loro originali angeli custodi e dei genitori.
Ho trovato adorabile questa storia, piena di fantasia e arguzia, che tocca con garbo e leggerezza anche il tema della discriminazione etnico/religiosa. E poi c'è la mia adorata Venezia, città la cui magia resta inalterata nel tempo, descritta dal veneziano Molesini con toni poetici e innamorati ma conditi da una giusta dose di ironia.
"Non sfuggì alla luna che la Befana era ubriaca, perché la scopa andava un po' a zig-zag e di quando in quando faceva un sobbalzo. Così l'astro notturno sorrise, divertito, perché fino ad allora non aveva mai visto una Befana ubriaca. E di fronte a quel sorriso la Befana s'innamorò, perché a Venezia, quando la luna sorride, nessuno le resiste."