Stephenie Meyer, L'ospite
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Stephenie Meyer, L'ospite
Un avvincente libro dell'autrice di Twilight, che a pag. 25 mi ha insegnato un nuovo verbo: tacchettio, a p. 51 una descrizione delle attuali condizioni morali del nostro pianeta, a p. 96 "La libertà. Muoversi alla velocità, familiare del suo passo svelto, guidata soltanto dall'istinto." A p. 102 una delle frasi che credevo servissero a rincuorare ed invece colpevolizzano ancor più chi è vittima di soprusi: "Niente ti darà fastidio, a patto che non sia tu a dargli fastidio per prima." Un messaggio di speranza riguardo alle cattive notizie dei giornali a p. 107: " Erano le eccezioni, non la regola" A p. 112 la spiegazione di come la morte non sia nulla di cui aver paura ma un dato di fatto. Leggendo p. 195 scoppiai a ridere ma le frasi non le citerò qui, per lasciare ad altri lettori la voglia di leggerle. A p. 397 quel che rende desiderabile un UOMO: "Non era poi così schiavo del proprio corpo"; sarei proprio curiosa di vedere quale attore verrebbe scelto per questo protagonista, Richard Gere?
TutteLeParoleCheRaccolgo, tutteLeParoleCheScrivo, devonoAprireInstancabiliLeAli, eNonFermarsiMaiNelLoroVolo, finoAGiungereLàDoveèIlTuoTriste, tristeCuore, eCantarePerTeNellaNotte, oltreIlLuogoOveMuovonoLeAcque, oscureDiTempestaOLucentiDiStelle. (Yeats)