Il mondo, per chi vuole osservarlo con occhio critico, può essere spunto di infinite riflessioni, pensieri, ispirazioni. Così è per David Thomas, che non trascura nulla della vita e ne coglie tutti gli aspetti, mettendone quindi in luce sia i più drammatici che quelli talmente quotidiani da risultare quasi tristi, squallidi persino. Non racconti alla Carver, però, perché qui l’autore non sviluppa sempre una trama, ma coglie istantanee di giornate se non, piuttosto, di brevi conversazioni. Alcune, le più spietate, sono riflessioni fulminanti. Lo stile è frizzante, scorrevolissimo e in alcune pagine si ride parecchio anche se a volte il contenuto è decisamente amaro. In quindici righe riesce, ad esempio, a riportare l’istantanea di una donna che casualmente osserva pochi secondi il marito e che, proprio in quell’attimo, capisce a mo’ di rivelazione che tutto è cambiato e che non può sopportare nemmeno un secondo in più di quella vita con quella persona accanto. Oppure, la paginetta dedicata ad un’attrice che con tono semiserio racconta dei compromessi fatti per avere qualche piccolo ruolo: righe che non apportano niente di nuovo – cose che si sanno insomma- ma che conducono ad una riflessione finale da pelle d’oca per la drammatica realtà che riporta improvvisamente al lettore.
D. Thomas, Non ho ancora finito di guardare il mondo
Marcos y Marcos
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D. Thomas, Non ho ancora finito di guardare il mondo
Nous habiterons une maison sans murs, de sorte que partout où nous irons ce sera chez nous- J.Safran Foer, Extrêmement fort et incroyablement près
E finalmente lui pronunciò le due semplicissime parole che nemmeno una montagna di arte e ideali scadenti potrà mai screditare del tutto. I. McEwan, Espiazione
Sempre Francesina, anche su Anobii
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