Il circolo della fortuna e della felicità - Amy Tan

[saturn111]

Il circolo della fortuna e della felicità è un libro del 1989 con 8 protagoniste, quattro madri e quattro figlie, che raccontano sé stesse. Il tema portante è l’incomunicabilità tra vecchia e nuova generazione e soprattutto tra le madri cinesi emigrate a San Francisco e le figlie, americane di seconda generazione. In questa virtuale partita di Mah-Jong in cui le protagoniste svelano a turno le proprie tessere, mi è sembrato che la narrazione “parteggi” soprattutto per le madri. I loro racconti sono quelli più interessanti, non solo per l’ambientazione in una Cina del passato, ma soprattutto per il maggior approfondimento psicologico delle personagge. Le figure delle figlie mi sono sembrate più che altro funzionali alla narrazione del conflitto e della incomprensione che le madri subiscono. I loro bellissimi racconti mostrano vari aspetti della antica società cinese e il modo in cui le donne hanno dovuto districarsi tra le ferree regole che sembravano segnare la loro vita. Il passato si unisce al presente in un finale inevitabilmente strappalacrime che mi ha dato un po’ fastidio per la gratuità con cui è concepito. Dal libro fu tratto un film omonimo che ricordavo per la divertente scena della cena in cui una delle figlie presenta alla famiglia il fidanzato americano, che ovviamente non sa affrontare il galateo cinese. Devo dire che mi aspettavo qualcosa di meglio...

[Gahan]

L'avevo letto anni fa insieme al mio gruppo di lettura (qui http://gruppodiletturaziano.blogspot.it ... della.html)
Di questo libro ricordo la fatica di ricordare tutti quei nomi cinesi e la sensazione di leggere tante storie diverse slegate l'una dall'altra.
Il racconto è strutturato come un gioco ad incastri in cui le vicende vengono raccontate una dopo l'altra senza un filo logico per cui alla fine non si capisce più chi è chi. Alla fine non avevo voglia di spaccarmi il cervello per ricostruire chi fosse il protagonista dell'episodio raccontato in un certo momento, quindi ho preso il libro così come veniva, come se fosse una serie di storie buttate lì un po' a caso. Interessanti per carità! Tant'è che ho anche fatto in fretta a leggerlo. Però ogni volta che mettevo giù il libro quando lo riprendevo non mi ricordavo più che cosa avevo letto e a che punto ero. Dovevo andare indietro di almeno un paio di pagine per riprendere il filo. Insomma un casino che non credo rileggerò.