La Yoshimoto non mi ha mai entusiasmato e anche di questo libro –credo sia il terzo che leggo della sua produzione – la mia opinione è tiepida. Un romanzo basato più su un'atmosfera di delicatezza che su una vera e propria trama. Volendo utilizzare un solo aggettivo per descriverlo mi viene in mente il termine “contemplativo”.
Passare le ore nel giardino ad osservare ciò che la circonda è infatti la maniera principale in cui la protagonista, la giovane Manaka, trascorre le sue giornate. Un legame particolare, fatto di confidenza e vicinanza ma non di un vero e proprio amore, la lega al suo vicino di casa nonché marito Hiroshi. Ragazzo dal passato complicato e dotato di una sensibilità a dir poco problematica, riesce finalmente ad aprirsi alla vita nel corso della vacanza narrata al termine del libro, la honeymoon del titolo, appunto.
Banana Yoshimoto, Honeymoon
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Banana Yoshimoto, Honeymoon
Nous habiterons une maison sans murs, de sorte que partout où nous irons ce sera chez nous- J.Safran Foer, Extrêmement fort et incroyablement près
E finalmente lui pronunciò le due semplicissime parole che nemmeno una montagna di arte e ideali scadenti potrà mai screditare del tutto. I. McEwan, Espiazione
Sempre Francesina, anche su Anobii
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