"Una passione sinistra" - Chiara Gamberale

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Towandaaa
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"Una passione sinistra" - Chiara Gamberale

Messaggio da Towandaaa »

Ci sono libri di Chiara Gamberale che mi sono piaciuti molto (“Le luci nelle case degli altri”, “Quattro etti d’amore, grazie”, “L’amore quando c’era”), altri che non mi hanno lasciato molto ma che comunque ho trovato gradevoli (“Per dieci minuti” e “Color lucciola”) e infine altri al termine dei quali il mio commento potrebbe riassumersi telegraficamente in un basito “E quindi ??!!” (“Adesso” e “Passione sinistra”).
Quest’ultimo rispetto a “Adesso” avrebbe avuto in più almeno un’idea fondante buona (in “Adesso” non ho scorto nemmeno quella), che avrebbe potuto dare buoni risultati, unitamente alla struttura particolare consistente nel terminare ogni capitolo con una citazione tratta dalla storia politica recente. Avrebbe potuto svilupparsi in modo interessante nel parallelo tra le vicende private dei quattro personaggi, così diversi fra loro, e le vicende pubbliche che hanno segnato la nostra storia recente, dalla caduta del muro di Berlino fino a pochi anni fa.
Ma certamente ora non userei il condizionale se le aspettative che nutrivo inizialmente avessero trovato una realizzazione degna di nota, o almeno parziale …
Si è rivelato invece un libretto solo abbozzato, sconclusionato, frammentario e frammentato oltre misura, in cui incontriamo personaggi dei quali alla fine sappiamo poco o niente, se non quei banali luoghi comuni con cui ci vengono presentati e che dovrebbero servire a indentificarli come “di destra” o “di sinistra” (come se bastasse così poco a dare loro spessore), sul cui agire ho nutrito molti dubbi, pari a quelli nutriti sulla loro consistenza. Lascia dietro di sé una duplice sensazione di tempo perso: quello dell’autrice nello scriverlo (e questo non è affar mio) e quello mio nel leggerlo (questo invece sì !). Quindi se proprio dovessi cercare una nota positiva, direi che consiste nella brevità: lo chiudi e passi ad altro, senza pensarci più e quindi senza rimpianti !
I dialoghi fatti di frasi brevissime, la prosa sincopata che pare procedere a singhiozzo non mi hanno sorpresa: conoscevo già questa caratteristica della Gamberale, e in altri lavori mi era anche piaciuta.
Lo stesso dicasi per la propensione a cercare la frase ad effetto: solo che in questo caso si è manifestata con una frequenza superiore a quella che separa, secondo il mio indice di gradimento, l’apprezzamento dal fastidio.
E’ un ossimoro evidente, ma descrive bene la mia opinione al riguardo: come poteva piacermi un libro che ha la passione nel titolo e la superficialità nel testo ?!
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