S. Bertola, Ragione e sentimento

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francesina
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S. Bertola, Ragione e sentimento

Messaggio da francesina »

Ho letto il “primo” Ragione e Sentimento, quello di Jane Austen, ai tempi del liceo e decisamente controvoglia per cui non mi ricordavo praticamente nulla, né della trama né dei personaggi, quando ho iniziato a leggere questa riscrittura del romanzo a cura di Stefania Bertola.
L’asse della trama è ovviamente lo stesso, ma l’ambientazione passa dal Devonshire dell’800 alla Torino del 2014. Le protagoniste sono quindi sempre tre giovani sorelle, Eleonora, Marianna e Margherita, che si ritrovano in condizioni di ristrettezze economiche a seguito dell’improvvisa morte del padre. Come nel testo della Austen, la tematica principale è l’amore e il modo di amare: quello più celebrale e assennato di Eleonora e quello assoluto, fatto di slanci e romanticherie di Marianna. Le due sorelle rappresentano quindi rispettivamente la ragione e il sentimento del titolo.
L’ambientazione ai giorni nostri è perfettamente calzante e dimostra l’universalità e l’atemporalità del classico austeniano e tutto questo conversare di amore, matrimoni e incontri combinati è reso (almeno a mio avviso, ma io ammetto di non essere fan della Austen) più godibile dallo stile frizzante della Bertola. Mi piace il talento di quest’ autrice nel saper affrontare tematiche decisamente leggere -al limite del romanzo rosa- con una scrittura curata, arguta e freschissima. E’ un libro che si legge sorridendo e fa ridere in più punti e anche se ho trovato eccessivi alcuni passaggi, mi piace che la vena romantica sia sfumata da aspetti decisamente realistici e quindi non sempre e non completamente positivi. Fa sognare e sospirare, la Bertola, ma lascia i suoi lettori con i piedi ben piantati per terra.
Nous habiterons une maison sans murs, de sorte que partout où nous irons ce sera chez nous- J.Safran Foer, Extrêmement fort et incroyablement près

E finalmente lui pronunciò le due semplicissime parole che nemmeno una montagna di arte e ideali scadenti potrà mai screditare del tutto. I. McEwan, Espiazione

Sempre Francesina, anche su Anobii

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