C. De Gregorio, Mi sa che fuori e' primavera

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francesina
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C. De Gregorio, Mi sa che fuori e' primavera

Messaggio da francesina »

Scritto a quattro mani, questo libro sottile e' in realta intenso e dolorosissimo. Con una scrittura colta ed un tono per nulla intenzionato a muovere gli animi, alterna interventi della De Gregorio, lettere e stralci di racconto della protagonista, Irina. Irina e' stata al centro di un caso di cronaca di alcuni anni fa, quando le furono sottratte le figlie dall'ex marito, che poi si uccise. Delle bambine tuttora non c'e' traccia: per lo piu' si pensa che siano state uccise dal padre prima di togliersi la vita, ma se e' difficile accettare la morte di un figlio, suppongo sia impossibile smettere di credere che da qualche parte siano ancora vive finche' non ci siano prove concrete a dimostrare il contrario.
Non conoscevo affatto questo caso per cui ho appreso della storia di Irina nel corso della lettura. Quello che mi ha colpito e' la dignita' della scrittura e la modalita' con la quale ha saputo integrare il dolore e la disperazione nella sua vita dopo la perdite delle sue figlie. Sembrerebbe che sia stata molto criticata (dall'opinione pubblica, dai mass media, ma suppongo anche da molte persone a lei vicine) per la sua ripresa a vivere, a viaggiare, persino ad amare un nuovo compagno. In effetti il libro e' scandito da righe di piena gioia per avere fatto la conoscenza di un nuovo compagno di vita: un amore adulto, solido e sensibile con il quale guardare al futuro pur portando su di se' il dolore di essere una madre senza piu' le proprie figlie. Non credo nessuno si possa permettere di giudicare il dolore di una madre che perde un figlio (esiste un dolore piu' grande, piu' inaccettabile di questo?) e credo basterebbe la lettura di poche righe prese a caso di questo breve testo a chiunque si sia permesso di criticare Irina per comprendere che il dolore e' la sostanza che la compone, ma che lei ha saputo integrare nella propria vita. Appurato che di solo dolore non sarebbe potuta morire e che se fosse morta sarebbe svanito il ricordo delle sue figlie, pian piano Irina -stravolgendo la sua vita precedente, ovvio - ricomincia a vivere.
Le pagine piu' dolorose sono le lettere piene di dignita' e di dolore che Irina scrisse ad alcune persone utili alle indigini e dalle quali e' rimasta profondamente ferita. Dai poliziotti che ignorarono il suo allarme di rapimento e che commisero una serie di errori quasi grotteschi, alla terapeuta di coppia che nega la propria consulenza ma si fa pagare la fattura delle ultime sedute non saldate sino alla maestra delle bambine che si rifiuta di consegnare ad Irina i temi e i disegni delle piccole per una sterile formalita' burocratica.
Nous habiterons une maison sans murs, de sorte que partout où nous irons ce sera chez nous- J.Safran Foer, Extrêmement fort et incroyablement près

E finalmente lui pronunciò le due semplicissime parole che nemmeno una montagna di arte e ideali scadenti potrà mai screditare del tutto. I. McEwan, Espiazione

Sempre Francesina, anche su Anobii

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