Quando aveva un anno, Sophie è scampata a un naufragio grazie alla custodia di un violoncello, che le ha fatto da zattera. Ritrovata da Charles, giovane accademico con la testa tra le nuvole e il cuore grandissimo, Sophie cresce tra Shakespeare e lezioni di buona educazione, ma anche in modo troppo atipico per la Londra di inizio Novecento.
I Servizi sociali, convinti che un uomo eccentrico non possa educare una ragazzina, spingono per spedirla in orfanotrofio, ma lei non ci sta, e di nascosto parte per Parigi con Charles, dove è convinta si nasconda la madre, avendo trovato nella custodia del violoncello l'etichetta di un negozio parigino. E lì, tra i tetti della città, troverà la risposta ai suoi tanti misteri, grazie a ciò che già in passato l’ha salvata: la musica.
Si tratta di un romanzo per ragazzi, ma secondo me è una piacevole lettura anche per un adulto in cerca di letture più rilassanti: la struttura del racconto e i personaggi secondari non sono molto complessi o approfonditi, ma hanno dalla loro parte una poesia ed un anticonformismo che mi hanno conquistata, uniti a qualche spruzzata di ironia e ad una buona dose di avventura, soprattutto nella seconda parte, quando Sophie incontra i trovatelli che vivono sui tetti di Parigi.
Peccato per il finale un po' frettoloso, ma è stata davvero una bella lettura, dolce e un po' magica.
"Temo di capire i libri molto più di quanto non capisca le persone. E' così facile andare d'accordo con i libri"
Sophie sui tetti di Parigi, Katherine Rundell
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