
A differenza di altri libri brutti di autori mai letti, qui pero' non ho affatto provato antipatia nei confronti della scrittrice, anzi. Leggo che e' un'infermiera e ne apprezzo l'approccio alla vita che si deduce dal libro: senza meno serio, visti drammi che per lavoro deve vedere ogni giorno, ma scanzonato il giusto per prendersi in giro e avere un approccio leggero alla vita. Da qui questo giallo leggerino che certo non ambisce a tenere il lettore impegnato nel cercare di risolvere l'enigma dell'assassinio di un'infermiera molto chiacchierata. Oltre a questo che per me, non amando particolarmente i gialli sarebbe stato un difetto minore, c'e' pero' a mio avviso una galleria di personaggi spaccati con l'accetta, tutti dai cognomi che vorrebbero far ridere ma che a me hanno lasciato del tutto indifferente. Come non mi ha fatto ridere la "napoletanita'" del giovane commissario Luana che salta fuori nei momenti di collera, la sua tormentata storia con il commissario capo o tantomeno Diablito, il cane parlante che supporta Luana nelle indagini.
Dimenticabilissimo.