Il caso viene affidato al vicecommissario Ofelio Guerini, un’anomala figura di questurino comunista ed ex partigiano, che capisce subito che si tratterà di un’indagine complicata.
La vittima lavorava alla traduzione un’opera scottante, inedita in patria, destinata a suscitare grande clamore: un romanzo scritto da un poeta russo inviso al regime, di cui la Feltrinelli sta preparando in gran segreto l’uscita in anteprima mondiale: "Il dottor Živago" di Boris Pasternak.
Tra l'altro, la bozza della traduzione non si trova più.
L'indagine di Guerini svela presto l'affascinante e complessa personalità di Paladini-Sforza ed il complicato mondo della casa editrice e dei rapporti tra le persone che vi lavorano, a partire da Giangiacomo Feltrinelli, ma si trova anche a fare i conti con le spie russe e americane che, nel clima dell'imperante guerra fredda, non possono ignorare un omicidio che potrebbe avere cause politiche internazionali...o comunque essere sfruttato per questi fini.
La parte gialla del romanzo manca un po' di tensione narrativa, almeno fino al colpo di scena finale, anche se lo spunto della traduzione del Dottor Živago è intrigante

Ma la vera bellezza del libro sta secondo me nel far rivivere, in maniera veramente efficace ed emozionante, un'epoca ed un'atmosfera: la vita quotidiana e politica italiane degli anni '50, uscite da pochi anni dalla seconda guerra mondiale e dalla sanguinosa guerra civile, la forte passione politica che oggi appare così distante, la società italiana dalla mentalità chiusa ma in rapida evoluzione, una vecchia Milano nebbiosa e vivace, poetica e nascosta.
E poi mi è piaciuta molto la descrizione della redazione dell'allora neonata casa editrice Feltrinelli, molto vivida e realistica, nonostante a detta dell'autore sia stata quasi radicalmente inventata: alla presentazione, cui ho assistito qualche mese fa, Goldstein Bolocan ha però detto, con un po' di commozione, che una delle cose che più gli hanno dato soddisfazione è stato il commento di un'anziana redattrice della Feltrinelli di quei tempi, che gli ha riconosciuto di aver ben ricreato l'atmosfera che si respirava nella casa editrice di quegli anni
