La libreria di zia Charlotte è il “solito” romanzo che strizza l’occhio al lettore forte narrando di libri, piccole librerie indipendenti, libraie etc.
La zia Charlotte del titolo scompare improvvisamente lasciando la gestione della sua malandata libreria alla nipote Valerie, economista e di certo non appassionata alla lettura. Eppure, pian piano, l’atmosfera nel negozio cambia la giovane donna che sempre più, invece di vederne esclusivamente il bilancio in perdita o la pessima gestione dal punto di vista finanziario, la trasforma nel suo rifugio e vi trascorre intere giornate leggendo.
E’ un libro scorrevole, eppure non capisco perché i libri che abbiano questi stessi temi non riescano ad uscire dai soliti cliché: pur nelle dovute variazioni, mi sembra che in qualche modo le protagoniste siano sempre ragazze in crisi che si reinventano libraie o che se già lo sono versano in grosse difficoltà economiche e/o personali, che debba sempre e necessariamente esserci una profusione di thé o caffè e, forse la cosa peggiore, un animale più o meno domestico. Qui, appunto, c’è un topo (!), tale Grisaille, che misticamente sembra comprendere le emozioni della protagonista e con cui Valerie dialoga. Ecco, questo dettaglio mi ha irritato, così come i bruschi interventi in cui il narratore si rivolge direttamente al lettore, per il resto è un romanzo che fa compagnia ma che si dimentica in fretta.
T. Montasser, La libreria di zia Charlotte
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T. Montasser, La libreria di zia Charlotte
Nous habiterons une maison sans murs, de sorte que partout où nous irons ce sera chez nous- J.Safran Foer, Extrêmement fort et incroyablement près
E finalmente lui pronunciò le due semplicissime parole che nemmeno una montagna di arte e ideali scadenti potrà mai screditare del tutto. I. McEwan, Espiazione
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Re: T. Bernasser, La libreria di zia Charlotte
Hai proprio ragione: anche se per me è stata una lettura piacevole nel complesso, avevo sempre questa sensazione di già letto che era un po' noiosafrancesina ha scritto: E’ un libro scorrevole, eppure non capisco perché i libri che abbiano questi stessi temi non riescano ad uscire dai soliti cliché
In effetti, la storia non è una perla di originalità e gira un po' in tondo, ma la bellezza del racconto secondo me è più che altro la capacità di evocare la magia che i libri e le storie portano con sè, per le più diverse tipologie di lettori che sono i clienti della libreria
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