J. London, L'età d'oro

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francesina
Olandese Volante
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J. London, L'età d'oro

Messaggio da francesina »

L’età d’oro ha un’ambientazione suggestiva unita ad una trama per me decisamente interessante. Nell’Australia rurale degli anni Cinquanta, in un sanatorio per bambini poliomelitici, si conoscono Frank ed Elsa. Più grandi degli altri pazienti, tra i due ragazzi si instaura un rapporto speciale che il lettore, in parte, segue negli anni.
Presentata così può sembrare una storia molto triste, ma in realtà ne rimane poi impressa soprattutto la delicatezza della narrazione e la grande capacità della scrittrice di approfondire -senza creare digressioni pesanti o lontane dall’asse principale del racconto – le famiglie di provenienza dei due ragazzi.
Frank è infatti un ebreo ungherese, sopravvissuto con i genitori allo sterminio nazista ed emigrato letteralmente dall’altra parte del mondo con la speranza di una vita finalmente serena. C’è quindi spazio per descrivere il loro complesso inserimento in un contesto socio-culturale molto diverso e tutto il loro dolore misto a collera perché quella terra di promesse in realtà si era rivelata solo causa di una malattia gravissima e di tanta solitudine. Tramite la presentazione della famiglia di Elsa invece, la narratrice illustra le nuove dinamiche (tra i vari figli, ma anche tra i due genitori) che si creano quando una malattia con conseguenze definitive entra in una casa.
Un bel libro di un autrice che non conoscevo e che mi ha fatto tornare in mente un altro libro (che ho letteralmente adorato) che ruota intorno al dilagarsi della poliomelite: Nemesi di Philip Roth (lettura imperdibile, imho).
Nous habiterons une maison sans murs, de sorte que partout où nous irons ce sera chez nous- J.Safran Foer, Extrêmement fort et incroyablement près

E finalmente lui pronunciò le due semplicissime parole che nemmeno una montagna di arte e ideali scadenti potrà mai screditare del tutto. I. McEwan, Espiazione

Sempre Francesina, anche su Anobii

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