Ciò che mi colpisce di Calvino è la sua capacità di parlare di argomenti complessi in modo semplice. Il visconte dimezzato è strutturato quasi come una fiaba, a tratti horror e che mescola molteplici generi. Anche il tono sembra allegro e canzonatorio e la lettura finisce presto, ma sotto la superficie si nascondono una serie di strati da esplorare e analizzare. Il tema principale che si affronta è il dualismo dell'animo umano, sempre in bilico fra due scelte o due modi di essere, e con esso la dualità fra Bene e Male che accompagna la nostra esistenza. Andando a esplorare la trama vediamo il visconte Medardo tornare dalla guerra dove è stato scisso in due da una cannonata, incredibilmente incattivito. Solo più avanti si scoprirà che anche l'altra metà del visconte è sopravvissuta e che all'opposto porta con sé una sovrumana e ingenua bontà. I sudditi dovranno vivere sotto il giogo dei due visconti che fanno e disfano le azioni reciproche. I personaggi secondari affrontano numerosi dilemmi esistenziali, a differenza del protagonista che è invece privo della complessità dell'essere umano. Fra tutti spicca il carpentiere Pietrochiodo che usa il suo ingegno per costruire perfetti strumenti di tortura e di morte come comanda il visconte cattivo, ma che si domanda se è giusto usare la sua scienza in questo modo. Questo è un tema attualissimo, divenuto centrale dopo l'avvento della bomba atomica, dove la scienza è chiamata a rispondere di ciò che crea. Si affronta la concezione di Male come peccato: a Pratofungo, il paese dei lebbrosi, si fa una vita lasciva dedita al piacere; l'intervento del visconte buono che punta a reprimere questa peccaminosità spegne la vitalità, l'allegria e la musica dei malati isolati. Una stilettata va anche alla religione dogmatica che predica severe regole di comportamento ma che risulta priva di altruismo ed empatia quando si tratta di aiutare i più deboli o chi si trova in difficoltà, soprattutto se ciò lede i propri interessi economici. Il maggiore umorismo è riservato alla figura di Trelawney, un medico ambito per le sue capacità di giocatore di tressette! Questo libro risulta essere un elogio dell'imperfezione, dove la caratteristica principale dell'essere umano è il dubbio, il nostro continuo domandarci se le nostre azioni sono giuste o sbagliate. Il nostro maggior cruccio è proprio la ricerca di una perfezione e di una monocromia che non ci appartengono. Possiamo invece essere felici solo se accettiamo la parte di noi che non ci piace e che insensatamente rinneghiamo.
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