"Sara al tramonto" - Maurizio De Giovanni

Area dedicata alle recensioni (e conseguenti commenti) nonche' alle richieste di pareri sui libri.
ATTENZIONE: Specificate titolo e autore nell'oggetto, grazie!

Moderatori: aly24j, Therese, Marcello Basie

Rispondi
Avatar utente
Towandaaa
Olandese Volante
Messaggi: 9287
Iscritto il: mer nov 15, 2006 2:44 pm
Località: Peccioli (Pisa)

"Sara al tramonto" - Maurizio De Giovanni

Messaggio da Towandaaa »

Mi sono mossa nelle prime pagine con una certa diffidenza: percepivo echi di duplice natura che non mi convincevano per motivi diversi.
La sensazione più pesante e fastidiosa era quella di trovarmi di nuovo di fronte a derive esoteriche spicciole, come ne “I guardiani” (che non mi è piaciuto affatto): l’autore infatti indugiava spesso su alcuni particolari (come il potere che ha Sara di ammansire il cane altrimenti sempre turbolento di Pardo, o la facoltà di questa donna “invisibile” di apparire di fronte agli altri come dal nulla) che deponevano in tal senso.
L’altra impressione che alimentava il dubbio sul fatto che davvero ci trovassimo di fronte a un personaggio e a una serie del tutto nuovi consisteva nel fatto che la facoltà di Sara di leggere e interpretare non solo le parole ma anche i pensieri di persone che si trovavano a distanza oppure che si mostravano reticenti o mendaci potesse manifestarsi come una dote paranormale e, aggiungo, come un potere pesante e sgradito alla stessa protagonista (in un punto si legge infatti “Sara si allontanò dalla finestra, convinta che la capacità di udire a tanta distanza ciò che gli altri dicevano fosse una dannazione e non un dono”): inutile dire che di fronte a ciò sentivo prepotentemente aleggiare una presenza di ricciardiana memoria.
Queste impressioni in nuce, potenzialmente negative, si sono però dissolte con l’avanzare della lettura: la trama è ben costruita, la lettura è avvincente, ci sono buone premesse per il proseguimento della serie.
Rimane comunque il dato, secondo me incontrovertibile, che siamo appunto solo all’inizio di una nuova serie, e se da un lato Sara è già stata presentata e dipinta con profusione di pennellate che spaziano tra il suo presente e il suo passato, gli altri personaggi (Pardo, Viola e l’odiosa Teresa) hanno goduto di scarsa attenzione e appaiono ai miei occhi ancora come figure poco più che abbozzate: c’è da aspettarsi che nei romanzi successivi vengano meglio definite.
Così come c’è da aspettarsi una evoluzione nella natura raccogliticcia di questa improvvisata squadra investigativa (e penso soprattutto al ruolo di Viola), che se da un lato contrasta con la grande segretezza dell’unità diretta da Teresa, dall’altro riesce e dare risultati (anche se, diciamolo, con qualche colpo di fortuna): niente di nuovo sotto il sole… i bastardi di Pizzofalcone già hanno dimostrato che ciò è possibile.
Sono da registrare però due grandi assenze, molto legate tra loro, secondo me: Napoli, che si intuisce essere lo sfondo di questa vicenda, ma, appunto, solo per intuizione e solo sullo sfondo, e quelle pagine colme di poesia, a tratti anche apparentemente avulse dallo sviluppo della trama, ma sempre ammalianti e toccanti, che nei romanzi con Ricciardi e con i bastardi costituiscono intermezzi peculiari. Ciò fa di questo libro l’incipit di una serie più noir che poliziesca, evidentemente, però sono convinta che la durezza di Sara in futuro potrebbe incrinarsi (ma non sgretolarsi): se ne vedono già alcuni segni in trasparenza in questo primo episodio che mi è piaciuto, nonostante quello del giustizialismo, dei servizi segreti e dei potenziali giustizieri non sia l’ambito narrativo in cui preferisco immergermi (e in cui sicuramente non mi sarei immersa se non fosse uscito dalla penna di Maurizio De Giovanni).
La mia libreria

Towandaaa su aNobii

"Una storia che non conosci
non è mai di seconda mano
è come un viaggio improvvisato
a chilometraggio illimitato"
S. Bersani, Pacifico, F. Guccini - Le storie che non conosci (Io leggo perchè - 23 aprile 2015)

Rispondi