Sullo sfondo di Torino prima e di Parigi poi, si incrociano senza toccarsi le vite di due giovanissimi italiani.
E’ il 1926 e il regime fascista limita la libertà di stampa e di espressione: questo obbliga il talentuoso Piero (vagamente ispirato alla figura di Piero Gobetti) ad emigrare a Parigi, lui che a 24 anni ha già scritto libri, diretto riviste ed avviato una casa editrice. Contemporaneamente lo studente Moraldo è a Torino per sostenere un esame alla facoltà di lettere e sogna di incontrare proprio Piero, cui ha scritto invano proponendosi per collaborare ai suoi progetti.
Temo di non avere compreso in pieno il senso di questo romanzo ed ammetto di averlo letto controvoglia.
Sarà stata la collera e il costante malumore che prova Moraldo per se stesso (ma che riesce a pervadere il romanzo) o forse per l’atmosfera stessa del testo, ma non sono riuscita minimamente a farmi prendere dalla trama o dai personaggi. Peccato.
Paolo Di Paolo, Mandami tanta vita
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Paolo Di Paolo, Mandami tanta vita
Nous habiterons une maison sans murs, de sorte que partout où nous irons ce sera chez nous- J.Safran Foer, Extrêmement fort et incroyablement près
E finalmente lui pronunciò le due semplicissime parole che nemmeno una montagna di arte e ideali scadenti potrà mai screditare del tutto. I. McEwan, Espiazione
Sempre Francesina, anche su Anobii
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