Ma è anche un libro sulla nobiltà e sulla sua decadenza che con la fine del regno borbonico ha visto l'instaurarsi al potere di una nuova classe sociale, quella della alta borghesia. È un libro sulla Sicilia, ma che parla molto anche del Sud Italia di oggi, che si specchia nelle sue bellezze e, a volte, non accetta critiche.Mai siamo stati tanto divisi come da quando siamo uniti. Torino non vuole cessare di essere capitale, Milano trova la nostra amministrazione inferiore a quella austriaca, Firenze ha paura che le portino via le opere d'arte, Napoli piange per le industrie che perde, e qui, in Sicilia sta covando qualche grosso, irrazionale guaio...
Ma più di tutto forse è un libro sulla morte e sui rimpianti che ci portiamo dentro. I miei capitoli preferiti sono stati proprio gli ultimi due.
Infine ho trovato emblematica la figura di Concetta, che passa tutta la vita nell'inazione incolpando gli altri delle occasioni perdute della sua vita. Solo alla fine, quando tutto ormai è perduto, si rende conto di questa triste e dolorosa verità.Here be spoilersHo trovato magistrale in particolar modo il settimo capitolo, che vede la morte del Principe di Salina e la descrive con autentica poesia.
In tutti gli altri momenti gli bastava sempre un minimo di attenzione per avvertire il fruscio dei granelli di sabbia che sgusciavano via lievi, degli attimi di tempo che evadevano dalla sua vita e lo lasciavano per sempre