Il grande salto - Mahi Binebine

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saturn111
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Il grande salto - Mahi Binebine

Messaggio da saturn111 »

Tuttavia la morte restava lì, onnipresente. L'avevamo adottata. Ci abitava e noi l'abitavamo. Erompeva dai nostri occhi rossi e dai nostri pugni chiusi per delle brevi sortite. Passeggiava vestita di bianco sulle rovine della nostra città e tornava a rannicchiarsi tra di noi. Eravamo la casa dove riposava e noi trovavamo pace appoggiandoci a lei. La morte era nostra alleata. Ci serviva e noi la servivamo. Le prestavamo il nostro odio, le nostre vendette e i nostri coltelli. Lei li utilizzava al meglio e poi ce li restituiva per reclamarli ancora. Ancora e ancora.
Questo libro marocchino apre uno squarcio sulla miseria che vive accanto alla ricchezza. È ambientato alla periferia di Casablanca, il centro economico del paese, attorno a cui sorgono numerose baraccopoli. A Sidi Mounem le vite prolificano tra rifiuti, povertà, violenza e sfruttamento. La morte è fra i primi ricordi dell'infanzia ed è il suo spettro ad accompagnare la vita dei ragazzini che si formano in questo ambiente privo di speranza. "Non ci sono solo momenti tristi a Sidi Moumen", ciò che manca però è una prospettiva reale di vita alternativa alla miseria, alla bruttura, alla violenza in cui i protagonisti sono immersi e che contagia e inquina tutto e tutti - come una peste dilagante. Mahi Binebine apre la mente a interrogativi fortissimi a tutti noi che viviamo trincerati dietro i muri del nostro benessere (che a prescindere dai livelli individuali è sempre molto di più di quello a cui i personaggi del libro possono aspirare). Noi che abbiamo così, giustamente, paura della violenza a cui forse potremmo venire esposti un giorno dovremmo forse chiederci dove nasce, cosa la origina, e andare a spezzare alla fonte questa cancrena. Questo libro ci regala la prospettiva di chi, anche se solo adolescente, vede nella morte una consolazione alla vita, anziché il contrario e cioè come dovrebbe essere. È in questa ottica che ci si aggrappa a qualunque cosa possa dare un senso all'esistenza, a un rifugio qualunque esso sia; ed è qui che la morte ci rende suoi strumenti e sue vittime allo stesso tempo.

È un libro che Mahi Binebine ha scritto per capire meglio la realtà del suo Marocco e che consiglio a chi vuole capire meglio il nostro tempo e le origini di quei focolai di violenza che ci coinvolgono tutti.
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:yell!: RING: Pyongyang - Guy DelisleRing a sorpresa "on the road"L'amica geniale - Elena Ferrante

I limiti esistono soltanto nell'anima di chi è a corto di sogni

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