La stanza del vescovo, Piero Chiara

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Gahan
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La stanza del vescovo, Piero Chiara

Messaggio da Gahan »

Ambientato sulle rive del Lago Maggiore negli anni immediatamente successivi alla fine del secondo conflitto mondiale, questo libro racconta le vicende di un uomo di trent'anni (quasi sicuramente un alter ego dello scrittore), benestante, che si sta concedendo un lungo periodo di vacanza in barca prima di cercarsi un lavoro stabile. Una sera, attraccando al molo di Oggebbio, incontra (forse non casualmente) Temistocle Orimbelli, un uomo già avanti con gli anni, laureato in legge che non ha mai praticato la professione di avvocato e neanche altro tipo di lavoro. L'Orimbelli è stato in Africa durante la guerra e poi ha trascorso un lungo periodo a Napoli, prima di tornare a casa ed essere mantenuto dalla moglie, l'arcigna Cleofe. In casa con loro vive anche l'avvenente cognata Matilde, vedova dell'Ing. Berlusconi, fratello di Cleofe, disperso in guerra.
Tra Orimbelli e il narratore (di cui non viene mai detto il nome) nasce un rapporto d'amicizia nonostante la differenza d'età. Insieme partono in barca per una crociera che li vede impegnati in varie avventure piccanti. L'Orimbelli, pur essendo descritto come un uomo non particolarmente avvenente, pare avere molto successo con le donne. Ma la vicenda si intorbida quando il narratore ascolta per caso una conversazione tra Orimbelli e un personaggio misterioso. L'argomento della conversazione è un particolare tipo di veleno...

Sono davvero contenta di aver letto questo libro. Di solito non ho un grande feeling con gli scrittori italiani del novecento, invece questo è decisamente nelle mie corde. Le primissime pagine mi sono sembrate forse un po' lente ma poi alcuni particolari misteriosi hanno catturato il mio interesse. Non è propriamente un giallo, ma certamente un mistery ben congegnato.

Ho anche guardato una versione cinematografica del '77 in streaming su raiplay, con Ugo Tognazzi nella parte dell'Orimbelli e Ornella Muti nella parte di Matilde. Piero Chiara collaborò alla sceneggiatura, insieme ai famosi Benvenuti e De Bernardi di "Amici miei". Il film è abbastanza fedele all'originale ma più colorito nei dialoghi e infarcito di scene piccanti.
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