Opera minore della produzione giovanile di Molnàr (evidentemente ben più noto per I Ragazzi della Via Pal) , questo testo è stato riesumato l’anno scorso dalla Elliot che ha proceduto con una nuova traduzione ed un (discutibile -a mio modesto parere) nuovo titolo. Così, questo romanzo dei primi del novecento noto come Prigionieri è ora diventato La piccola pasticceria.
La mia opinione è piuttosto tiepida, per lo più perché si tratta di un testo che dimostra tutti gli anni che ha.
La trama è incentrata su due giovani donne, molto diverse tra loro per estrazione sociale, carattere e modo di muoversi nella società. La prima è Lenke, la figlia del direttore del penitenziario alla periferia di Budapest dove ha luogo la storia: giovane ed infarcita di buone maniere, è fidanzata con il giovane avvocato in carriera Miklos. La seconda è Riza, la commessa della piccola pasticceria, decisamente più disillusa di Lenke e più scaltra nello stare al mondo. Tra le due vi è appunto Miklos che, malgrado le buone intenzioni ed un’impostazione mentale da ragazzo “bene” e le ambizioni professionali, si lascia avvolgere dal fascino sinistro di Riza.
F. Molnar, La piccola pasticceria
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F. Molnar, La piccola pasticceria
Nous habiterons une maison sans murs, de sorte que partout où nous irons ce sera chez nous- J.Safran Foer, Extrêmement fort et incroyablement près
E finalmente lui pronunciò le due semplicissime parole che nemmeno una montagna di arte e ideali scadenti potrà mai screditare del tutto. I. McEwan, Espiazione
Sempre Francesina, anche su Anobii
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