J. Ward, Salvare le ossa

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francesina
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J. Ward, Salvare le ossa

Messaggio da francesina »

Salvare le ossa è un testo estremamente intenso, cupo nei colori come nei toni e nelle atmosfere che riporta con un linguaggio tanto concreto ed aspro nei dialoghi quanto poetico ed allusivo nelle descrizioni dei sentimenti, delle relazioni tra i vari personaggi e più in generale nel senso dell’attesa.
Ciò che tutti attendono, infatti, è l’uragano Katrina, quello che nel 2005 devastò buona parte della costa del golfo degli Stati Uniti tra cui, nella realtà fittizia narrata da questo romanzo, la casa e i pochi possedimenti della modestissima famiglia Batiste. Difficile sintetizzare una vera e propria trama poiché poco succede malgrado il testo sia estremamente vivo e lasci il lettore in uno stato di allerta chsi protrae per pagine e pagine. Si attende l’eventuale arrivo dell’uragano, si attende prima il parto e poi la sopravvivenza di China, il pitbull cui ampio spazio è dato nel testo poiché la sua cucciolata e il suo utilizzo nei combattimenti tra cani è un’importante fonte di guadagno per la famiglia. Il titolo si spiega infatti con la necessità di salvare le propria ossa quando non si ha null’altro da salvare: la famiglia al centro della narrazione appartiene alla fascia più povera della popolazione di afroamericani che popola il delta del Mississippi e di tanto in tanto irrompe nelle fattorie dei bianchi in cerca di cibo rischiando ogni volta di morire sotto i colpi dei fucili dei proprietari.
Io ho ascoltato il testo in audiolibro su Storytel mentre guidavo per un lungo viaggio ed ho macinato kilometri quasi con il fiato sospeso. Unica nota negativa, ma è mio gusto personale perché ho paura dei cani, sono le lunghe scene di combattimenti tra cani e la centralità data a China. Chiaramente lo spazio dato a China non è privo di significato ed anzi consente un parallelo – che non approfondisco per non spoilerare – con la protagonista del romanzo, ma non mi ha particolarmente coinvolta.
Nous habiterons une maison sans murs, de sorte que partout où nous irons ce sera chez nous- J.Safran Foer, Extrêmement fort et incroyablement près

E finalmente lui pronunciò le due semplicissime parole che nemmeno una montagna di arte e ideali scadenti potrà mai screditare del tutto. I. McEwan, Espiazione

Sempre Francesina, anche su Anobii

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