Qualche giorno fa sono andata a sentire a teatro una lettura in doppio delle poesie di Alda Merini da parte di Alessio Boni e Marcello Prayer. Sulla scia dello spettacolo teatrale (bello ) ho recuperato questo volume che alterna poesie ad interviste, ricordi di e su Alda Merini.
Non è un'opera completa sull'autrice, ma credo possa rappresentare un testo valido per un primo approccio.
Non mi spingo nel commentare le liriche perché assolutamente non ne sono all'altezza, ma ho apprezzato il testo per la completezza dell'immagine della poetessa che ci restituisce: una donna dalla sensibilità problematica, incompresa nelle sue passioni e nella sua emotività.
Una capacità di amare, la sua, decisamente travolgente e sopra le righe: tale da attrarre molto uomini anche dell'élite intellettuale dell'epoca (Quasimodo e Manganelli, tra gli altri), ma anche da spaventare. Ne fu spaventato, ad esempio, il suo primo marito, fautore del suo primo ricovero coatto in manicomio. Struggenti i versi dedicati appunto al ricovero, dove Alda afferma con chiarezza che in nessun modo il manicomio può rappresentare un luogo di cura, ma anzi è "un labirinto dal quale si fatica ad uscire".
Bellissimo e struggente.
Alda Merini, Diario e nuove poesie
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Alda Merini, Diario e nuove poesie
Nous habiterons une maison sans murs, de sorte que partout où nous irons ce sera chez nous- J.Safran Foer, Extrêmement fort et incroyablement près
E finalmente lui pronunciò le due semplicissime parole che nemmeno una montagna di arte e ideali scadenti potrà mai screditare del tutto. I. McEwan, Espiazione
Sempre Francesina, anche su Anobii
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