“Camminavano avanti e indietro da una parete all’altra, in silenzio, come le mosche d’autunno, allorché, passati il caldo e la luce dell’estate, svolazzano a fatica, esauste e irritate, sbattendo contro i vetri e trascinando le ali senza vita.”
Così la Nemirovksy descrive la vita della famiglia decaduta dei Karin esuli a Parigi dopo i tragici accadimenti in Russia del 1918.
Il centro della vicenda è però Tat’jana, la loro anziana nutrice/governante che prima resta coraggiosamente da sola in Russia per custodire la loro ricca dimora e poi li raggiunge stoicamente a piedi ad Odessa nascondendo i gioielli della famiglia nell’orlo della gonna. E’ quindi grazie a lei se i Karin riescono ad avere i mezzi per mettersi in salvo raggiungendo la Francia.
La vita a Parigi non comporta però nessun riscatto; tutti scivolano nell’ozio e nel degrado e così prende avvio anche il declino di Tat’jana che progressivamente scivola in una sua solitaria dimensione tra la realtà e il delirio.
Non mi dilungo oltre per non rivelare i pochi avvenimenti dell’intreccio poiché è un romanzo intimo, più di riflessioni e osservazioni che non di fatti in senso stretto.
Immagino che a molti possa piacere, ma su di me non ha suscitato alcuna emozione. E’ il mio secondo approccio con la Némirovsky e direi che basta: non fa per me.
I. Némirovsky, Come le mosche d'autunno
Moderatori: aly24j, Therese, Marcello Basie
- francesina
- Olandese Volante
- Messaggi: 2461
- Iscritto il: gio apr 05, 2007 2:19 pm
- Località: Padova
I. Némirovsky, Come le mosche d'autunno
Nous habiterons une maison sans murs, de sorte que partout où nous irons ce sera chez nous- J.Safran Foer, Extrêmement fort et incroyablement près
E finalmente lui pronunciò le due semplicissime parole che nemmeno una montagna di arte e ideali scadenti potrà mai screditare del tutto. I. McEwan, Espiazione
Sempre Francesina, anche su Anobii
E finalmente lui pronunciò le due semplicissime parole che nemmeno una montagna di arte e ideali scadenti potrà mai screditare del tutto. I. McEwan, Espiazione
Sempre Francesina, anche su Anobii