Io non mi chiamo Miriam - Majgull Axelsson

[Therese]

Amo le edizioni Iperborea e mi tengo aggiornata sulle loro pubblicazioni. Questo libro mi aveva subito attirata, ma avevo altre letture in corso, poi l'ho trovato in offerta in ebook e l'ho cominciato subito, lasciando da parte libri già cominciati.
Il romanzo è uno dei pochi scritti sulla Shoa, in genere si leggono testimonianze di sopravvissuti, mentre questo è un'opera di finzione basata su documenti storici.
Il libro è molto coinvolgente, la voce di Miriam, che in realtà si chiama Malika, adotta un punto di vista diverso: Miriam non è ebrea, è una zingara che si finge ebrea, prima per caso, poi per sopravvivere, tradisce la propria cultura di provenienza e rinnega sè stessa, un peso che porterà addosso per sempre. Oltre a vivere la reclusione ad Auschwitz e a Ravensbruck, Malika dovrà costantemente fare i conti con il disprezzo riservato al suo popolo: pregiudizi che ancora oggi sopravvivono sul nomadismo e sul furto di bambini, mi ha fatto riflettere molto. Malika dovrà nascondere chi è in realtà a tutte le persone che contribuiranno a salvarla, consapevole che se scoprissero che non è ebrea, il loro aiuto le verrebbe a mancare.
Anche se il racconto di cosa accadde nei campi di concentramento è frutto di finzione, riproduce accadimenti reali ed è toccante e duro, un libro difficile da leggere, ma che deve essere letto.