Da quando un paio di anni fa ne ho letto la biografia, mi è venuta voglia di leggere pian piano l’intera bibliografia della Ginzburg.
Questa raccolta di saggi è in effetti simile a “Mai devi domandarsi” che lessi l’anno scorso, ma –forse per le tematiche – mi ha coinvolto di più.
La definirei una lettura rassicurante: non nel senso di leggera o d’evasione, anzi, ma la Ginzburg ha uno stile pacato e sincero e conduce a riflessioni in maniera naturale, come una docente chiara e comprensiva che siede tra gli alunni e non dietro ad una cattedra. In questo senso quelli che a tutti gli effetti possono essere rispettivamente considerati un piccolo saggio di educazione (“Le piccole virtù”) o di costumi sociali (“I rapporti umani”) sono esempio di un modo oramai scomparso di affermare le proprie opinioni con discrezione e senza alcuna forma “urlata” di arroganza. Commoventi le pagine dedicate all’amico Pavese in “Ritratto di un amico” ed esemplari della modestia e della frugalità d’animo della scrittrice sono invece “Il mio mestiere” e il ben più personale “Le scarpe rotte”.
Bellissimo.
N. Ginzburg, Le piccole virtù
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N. Ginzburg, Le piccole virtù
Nous habiterons une maison sans murs, de sorte que partout où nous irons ce sera chez nous- J.Safran Foer, Extrêmement fort et incroyablement près
E finalmente lui pronunciò le due semplicissime parole che nemmeno una montagna di arte e ideali scadenti potrà mai screditare del tutto. I. McEwan, Espiazione
Sempre Francesina, anche su Anobii
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