A. A. Ólafsdóttir, Hotel silence

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francesina
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A. A. Ólafsdóttir, Hotel silence

Messaggio da francesina »

Non so perché, ma non ho mai avuto un grande feeling con gli autori nordici. Sono europei, eppure li percepisco distanti come appartenessero ad un altro continente: provo spesso, leggendoli, la fastidiosa sensazione di non riuscire ad esserne coinvolta. Anche in questo caso, malgrado la mia opinione generale di questo romanzo sia abbastanza positiva, sono rimasta sulle mie per tutta la lettura.
Il lettore viene subito reso edotto sull’assoluta sensazione di infelicità e di estraneità che Jónas, quarantonovenne divorziato, con madre preda della demenza senile ed una figlia che da poco ha scoperto non essere sua, prova e che lo convince a voler porre termine alla sua vita.
Non spoilero quindi perché tutto questo è detto nelle primissime pagine e soprattutto perché il fulcro ed il vero senso del romanzo è piuttosto la permanenza di Jónas nell’hotel dove si è recato per togliersi la vita e grazie al quale, invece, questa prende una piega inaspettata ed insperata. L’hotel è infatti una struttura vetusta ed in pieno declino, sito in una località un tempo frequentata stazione balneare ma ora deserta e pressoché rasa al suolo da una recente guerra civile. Scontato quindi il confronto tra il protagonista, l’hotel e la città e il parallelo con il quale l’uno rinasce pian piano cercando di sistemare, danno per danno, locale per locale, gli altri due.
E’ un romanzo breve, ma intenso, pervaso dal dolore dovuto all’incapacità di dare un senso alla propria vita (ma nella metafora portata avanti lungo il testo anche alla guerra ed alla scia di traumi e perdite che questa lascia dopo di sé) e dalla morte che incombe, eppure resta al suo termine un messaggio di apertura verso il futuro e di speranza.
Nous habiterons une maison sans murs, de sorte que partout où nous irons ce sera chez nous- J.Safran Foer, Extrêmement fort et incroyablement près

E finalmente lui pronunciò le due semplicissime parole che nemmeno una montagna di arte e ideali scadenti potrà mai screditare del tutto. I. McEwan, Espiazione

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Gahan
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Re: A. A. Ólafsdóttir, Hotel silence

Messaggio da Gahan »

francesina ha scritto: mar mag 05, 2020 1:23 pm L’hotel è infatti una struttura vetusta ed in pieno declino, sito in una località un tempo frequentata stazione balneare ma ora deserta e pressoché rasa al suolo da una recente guerra civile.
Quindi non è ambientato in Islanda?
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francesina
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Re: A. A. Ólafsdóttir, Hotel silence

Messaggio da francesina »

Gahan ha scritto: gio mag 07, 2020 9:36 am
francesina ha scritto: mar mag 05, 2020 1:23 pm L’hotel è infatti una struttura vetusta ed in pieno declino, sito in una località un tempo frequentata stazione balneare ma ora deserta e pressoché rasa al suolo da una recente guerra civile.
Quindi non è ambientato in Islanda?
Solo la primissima parte, ma l'ambientazione islandese è del tutto ininfluente e anzi non c' alcun riferimento.
Diciamo che se cerchi un libro per "viaggiare con la mente" in Islanda questo non fa al caso tuo...
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Re: A. A. Ólafsdóttir, Hotel silence

Messaggio da Gahan »

Non so perché, ma i libri scritti da autori islandesi per me sono ambientati in Islanda, di default :lol: :lol: :lol:

Io di questa scrittrice ho letto L'eccezione che non mi era dispiaciuto, ma ho trovato la sua scrittura un po' asciutta...
Proverò qualcos'altro di suo in futuro.
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