"Il signor Cardinaud" - Georges Simenon

Area dedicata alle recensioni (e conseguenti commenti) nonche' alle richieste di pareri sui libri.
ATTENZIONE: Specificate titolo e autore nell'oggetto, grazie!

Moderatori: aly24j, Therese, Marcello Basie

Rispondi
Avatar utente
Towandaaa
Olandese Volante
Messaggi: 9295
Iscritto il: mer nov 15, 2006 2:44 pm
Località: Peccioli (Pisa)

"Il signor Cardinaud" - Georges Simenon

Messaggio da Towandaaa »

Fin dall’inizio ho percepito che questo romanzo non mi avrebbe dato lo stesso grado di coinvolgimento, non avrebbe suscitato in me l’attenzione verso il lavoro di costruzione psicologica dei personaggi che aveva caratterizzato altri lavori di Simenon (ricordo in particolare “Il fondo della bottiglia”, “Le campane di Bicêtre”, “L’uomo che guardava passare i treni” e “Il piccolo libraio di Archangelsk”).
Mi sono ritrovata mera spettatrice di una ricerca condotta da questo uomo abbandonato improvvisamente dalla moglie, e l’unico dato che mi faceva riconoscere la penna di Simenon era che l’affanno e la portata emotiva erano pervicacemente contenuti: dietro ad una facciata di apparente normalità (all’inizio) oppure (in un secondo momento) dietro una acritica accettazione ex ante, cioè prima ancora del confronto e del chiarimento sui motivi. Il protagonista cerca di porre rimedio alla situazione non in quanto intende perdonare e ricostruire il legame coniugale e familiare, ma in quanto intende ripristinare quella facciata di piccola borghesia a cui era con difficoltà pervenuto, fatta di abitudini, di pranzi domenicali cucinati in un certo modo, di rapporti di lavoro gestiti nell’ipocrisia bilaterale di promozioni destinate a non avverarsi mai.
Ma il sentimento, sia esso di amore, dolore, gelosia, vendetta, dov’è ?
È stato troppo (per i miei gusti) compresso, al limite dell’innaturale.
Perfino il ruolo, i motivi, le ragioni dei coprotagonisti risultano oggetto di un trattamento “distratto”: superficiale per quanto riguarda l’amante, praticamente assente per quanto riguarda la moglie, che appare un burattino sia per l’uno che per l’altro, un bene più da possedere che da amare.
L’arco temporale ristretto avrebbe potuto fungere da cassa di risonanza per sentimenti astrattamente forti e ancestrali, ma finisce invece per contribuire all’impressione di sbrigatività che, e mi dispiace dirlo, questo romanzo mi ha dato per tutta la durata della lettura, e con cui ora lo congedo. Perfino l’assolutezza con cui all’amante sono stati attribuiti solo tratti negativi mi ha delusa, perché non solo Simenon e gli altri autori che ho letto ma anche la vita stessa mi hanno insegnato che il male non è mai tutto e solo da una parte.
La mia libreria

La mia lista dei desideri

Towandaaa su aNobii

"Una storia che non conosci
non è mai di seconda mano
è come un viaggio improvvisato
a chilometraggio illimitato"
S. Bersani, Pacifico, F. Guccini - Le storie che non conosci (Io leggo perchè - 23 aprile 2015)

Rispondi