Non posso tentare il confronto con l'altra e più nota serie della Gazzola (quella dedicata ad Alice Allevi) perché non ho letto quei romanzi, e forse nemmeno li leggerò, dato che il mio primo approccio con questa autrice è stato piuttosto deludente.
Cercando di spiegarne i motivi inizierò dalla fine: non mi disturbano i finali aperti in se stessi, né i finali che occhieggiano più o meno spudoratamente al successivo romanzo che seguirà per proseguire la storia. Mi indispettiscono invece i finali che non ci sono: e in questo libro il finale non c'è! Quindi non è per me un romanzo, ma solo la prima puntata di un romanzo : più lunga senza dubbio delle pagine che di volta in volta venivano pubblicate per comporre un feuilleton nei tempi andati, ma analoga ad esso quanto alla nettezza dell'interruzione nel racconto. Capisco (ma non condivido) le esigenze di marketing volte alla fidelizzazione del lettore, ma posso tollerarle solo se si fermano prima del limite oltre il quale si sconfina nella presa in giro. E "Questione di Costanza" secondo me sconfina, e si allinea a un qualunque finale di puntata di soap opera, che del feuillleton è appunto la trasposizione deteriore.
Ma anche prima di arrivare alla fine del libro la lettura si era rivelata poco piacevole (il non-finale è stato la classica ciliegina sulla torta).
La struttura del romanzo che corre in parallelo su due piani temporali diversi, dei quali quello attuale rappresenta, almeno in parte, l'indagine storica su quanto avvenuto in quello anteriore, non è originale in generale , e in particolare mi ha un po' stufata. Ma capisco che probabilmente questa è una impressione personale, da lettrice che in altri tempi ha avuto numerose e piacevoli frequentazioni con letture avventurose aventi questa struttura, che le aveva abbandonate per stanchezza verso il genere, e che ora si è ritrovata a rimpiangere gli intrecci di Buticchi, della Asensi e altri. L'interpretazione data dalla Gazzola a questo tipo di intreccio, poi, non è stata nè brillante nè interessante, poiché entrambe le vicende subiscono una deriva da romanzo rosa che non mi è piaciuta affatto.
Inoltre i personaggi non sono diventati, ai miei occhi, non dico simpatici o antipatici, ma nemmeno credibili: inverosimile la loro piattezza, sfuggente la logica del loro agire, nebulosi i legami che regolano le loro interazioni.
Infine: non particolarmente serrato il ritmo, senza infamia e senza lode la scrittura, del tutto assente la componente del giallo storico, approssimativa la ricostruzione della videnda che si colloca nel medioevo.
Probabilmente salverò soltanto il ricordo positivo di una frase che la protagonista ripete spesso, a sottolineare la propria inadeguatezza come madre single, e che mi ha suscitato qualche sorriso divertito: "Montessori, flagellami!".
"Questione di Costanza" - Alessia Gazzola
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Re: "Questione di Costanza" - Alessia Gazzola
Condivido in tutto la recensione di Towandaaa, anche per i sorrisi regalati dall'espressione "Montessori, flagellami".
Ho letto, anzi, ascoltato il romanzo lo scorso dicembre senza aspettarmi molto: non ho letto la serie dell'Allieva, ma avevo intuito il genere; si è rivelato invece persino peggio delle aspettative. Non disdegno di tanto in tanto letture meno impegnative, ma c'è comunque uno scarto tra "distensivo" e superficiale. Qui non c'è trama, non c'è stile, ci sono fatti storici non particolarmente approfonditi ed una serie nutrita di clichés.
Infine, la - per me - pruriginosa sensazione che la scrittrice abbia scritto pensando già alla versione da piccolo schermo... non so se mi spiego
Ho letto, anzi, ascoltato il romanzo lo scorso dicembre senza aspettarmi molto: non ho letto la serie dell'Allieva, ma avevo intuito il genere; si è rivelato invece persino peggio delle aspettative. Non disdegno di tanto in tanto letture meno impegnative, ma c'è comunque uno scarto tra "distensivo" e superficiale. Qui non c'è trama, non c'è stile, ci sono fatti storici non particolarmente approfonditi ed una serie nutrita di clichés.
Infine, la - per me - pruriginosa sensazione che la scrittrice abbia scritto pensando già alla versione da piccolo schermo... non so se mi spiego

Nous habiterons une maison sans murs, de sorte que partout où nous irons ce sera chez nous- J.Safran Foer, Extrêmement fort et incroyablement près
E finalmente lui pronunciò le due semplicissime parole che nemmeno una montagna di arte e ideali scadenti potrà mai screditare del tutto. I. McEwan, Espiazione
Sempre Francesina, anche su Anobii
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